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Ventiquattro ore senza di noi

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(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
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(L'unico straniero è il capitalismo)

L’oscena ipocrisia di razzisti e xenofobi

Il tetto per gli studenti “stranieri” e Rosarno

(11 Gennaio 2010)

Mentre si materializzano a Rosarno i criminali risultati di anni di razzismo e xenofobia, diffusi a piene mani dal berlusconismo e dal leghismo (e non solo), con pogrom e deportazioni, dà la nausea l’oscena ipocrisia di una Gelmini, che, improvvisamente “preoccupata che non si creino ghetti per gli studenti stranieri” (oltre il 40% dei quali, peraltro, nati in Italia) vorrebbe fissare un “tetto” del 30% alle loro presenze nelle scuole. Se tale proposta non provenisse da una rappresentante di forze politiche che hanno lavorato indefessamente, con i potentissimi strumenti mass-mediatici, per creare, ingigantire e diffondere razzismo e xenofobia, per costringere gli immigrati/e nei ghetti abitativi e in quelli lavorativi simil-Rosarno (5 euro al giorno per lavori massacranti e trattati come schiavi), oppressi dalle angherie fisiche e psicologiche della teppaglia autoctona, potremmo pensare a superficialità ed ignoranza. Nel caso, basterebbe ricordare che, ovunque, ogni intervento “riequilibrativo”, mediante l’introduzione di “quote” di presenza di settori sociali discriminati, si è basato su tetti “minimi” e non “massimi”; e cioè, per evitare discriminazioni su basi di genere, religiose, etniche o di censo, in alcuni paesi si è garantita una presenza non al di sotto di una certa quota di donne, o neri, o immigrati, o minoranze religiose o linguistiche nelle università, nelle scuole, nei sussidi sociali, nell’assegnazione di case, lavori statali: ma mai su tetti massimi. Fissare tetti massimi significherebbe solo ingigantire la fuga scolastica dei figli degli immigrati, annullare la funzione della scuola “di tutti e per tutti”. Se si volesse davvero aiutare queste scuole, che si assumono un incarico non lieve anche in nome di chi, vilmente, chiude un occhio di fronte alla oscena pressione xenofoba, basterebbe aumentare gli investimenti in generale e soprattutto per le scuole che più operano in situazioni complesse e difficili e diminuire il numero di alunni per classe. Peraltro Gelmini dovrebbe sapere che i criteri per la composizione delle classi sono di esclusiva competenza dei Collegi dei docenti e dei Consigli di istituto. Però, essendo il governo abituato a stravolgere leggi e regole senza risponderne a nessuno, vista l’assenza-complicità della presunta opposizione parlamentare, può darsi che Gelmini non si limiti a fare campagna elettorale ma voglia attaccare davvero tali competenze. Nel caso, i Cobas daranno tutto il loro contributo affinchè gli organi scolastici non rispettino imposizioni xenofobe e continuino a decidere autonomamente per la formazione delle classi.

confederazione COBAS

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