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Oscar Romero

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Contro il carcere e la repressione solidarietà e lotta di classe

(17 Giugno 2003)

"Onore ai combattenti di ogni epoca caduti nella lotta. Per non dimenticare chi ha pagato con il carcere, con l'esilio, con la vita, la propria sete di giustizia, di verità, di libertà.
Nel nostro cuore, fino alla vittoria".


Ogni anno, in tutto il mondo, ricordando la strage di 300 prigionieri politici peruviani operata dal sicario dell’Internazionale Socialista, Alan Garcia, il 19 giugno è la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero.

Ma i rivoluzionari non sono prigionieri solo il 19 giugno.

Per i comunisti è un dovere, persino “etico”, se così si può dire, ricordare costantemente nel loro lavoro politico che in tutto il mondo decine di migliaia di rivoluzionari sono tenuti in prigione, torturati, umiliati per il fatto di combattere e di aver combattuto contro l’oppressione capitalistica.
Quando, troppo spesso superficialmente, disquisiamo sulle forme di lotta in relazione all’attività delle organizzazione combattenti di cui i prigionieri fanno parte o hanno fatto parte dimentichiamo quale sia la concezione marxista delle forme di lotta (ben esposta da Lenin nel suo articolo “Sulla guerra partigiana”): nella scelta delle forme di lotta i marxisti si attengono a due principi generali: nessuna forma di lotta è esclusa dalla pratica dei rivoluzionari e ogni forma di lotta è subordinata all’analisi concreta della situazione concreta.

Dunque, nessun feticismo delle forme di lotta, né “a positivo”, né “a negativo”, ma una analisi materialistica delle condizioni politiche e sociali che consentono i vari livelli di iniziativa politica.

I prigionieri sono l’espressione vivente che è esistito ed esiste uno scontro tra le classi e che questo scontro non si è sviluppato e non si sviluppa solo all’interno delle istituzioni borghesi o sui mass media.

In questo giorno (e non solo) va il nostro saluto ai rivoluzionari prigionieri che nel nostro paese e in tutto il mondo resistono al tentativo di privarli della loro identità e dignità di proletari e di comunisti.

La borghesia ci ha sottratto i nostri compagni nei loro giorni migliori seppellendoli nelle carceri di tutto il mondo. Pensava che rinchiudendo loro avrebbe potuto esorcizzare lo spettro della lotta di classe, ma la lotta di classe esiste e si sviluppa secondo strade sempre nuove.

Anche quando sembra che tutto sia perduto, quando la strada sembra sia smarrita, la rivoluzione scava sotterranea come l’acqua che rode anche la roccia può resistente.

La forza con cui i prigionieri resistono rafforza la nostra lotta.
E anche la nostra lotta può rafforzare quella dei rivoluzionari prigionieri.
Il proletariato ha una memoria da elefante e non dimentica nulla: i comunisti sono la sua memoria.

Per questo non dimentichiamo e non dimenticheremo.

E quando presenteremo il conto, sarà senza sconti.

Viva i rivoluzionari prigionieri !
Viva la rivoluzione e il comunismo !

Le compagne e i compagni Laboratorio Marxista

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