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(30 Giugno 2011) Enzo Apicella

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(Capitale e lavoro)

Mobilitazione generale contro la macelleria sociale

Non pagheremo la crisi e i debiti del capitalismo!

(22 Maggio 2010)

Il governo Berlusconi ha annunciato una nuova manovra economica “anti-crisi”. Le misure saranno volte a colpire duramente i lavoratori dipendenti e i pensionati: tagli salariali, congelamento delle liquidazioni, blocco totale del turn-over, negazione del diritto al contratto nazionale, furto sul salario accessorio, rinvio del pagamento delle liquidazioni, chiusura delle finestre di uscita per i pensionamenti.
Le conseguenze di questo piano di “rientro dal deficit” sono chiare. I lavoratori dovranno compiere nuovi sacrifici, diminuirà ancora il loro potere di acquisto e si approfondirà l’abisso sociale esistente fra le masse e i gruppi oligarchici.
In tal modo il governo Berlusconi, dopo aver mentito spudoratamente per mesi parlando di “ripresa” e di “uscita dalla crisi”, sta intenzionalmente aggravando la crisi economica, le cui conseguenze saranno subite da milioni di operai con licenziamenti, cassa integrazione, ristrutturazioni, delocalizzazioni.
Al tempo stesso governo e Confindustria vanno avanti nello smantellamento dei diritti conquistati con decenni di lotta da parte della classe operaia. Il famigerato “collegato lavoro”, con cui si vuole smantellare lo Statuto dei Lavoratori, sarà approvato entro giugno.
L’obiettivo di queste misure e progetti è di scaricare sulle masse lavoratrici il peso della crisi e dei debiti del capitalismo per difendere gli interessi di una minoranza di sfruttatori che continuano ad arricchirsi, a vivere nel lusso e nello spreco.
Difatti nessuna misura viene presa contro i monopoli capitalistici che continuano a fare profitti enormi, gli speculatori finanziari, gli evasori fiscali (300 miliardi annui di imponibile sottratto, pari a dodici finanziarie!), i grandi patrimoni, le rendite finanziarie, i mafiosi, i ladri di stato. Nessun taglio per i fondi che vanno al Vaticano, alle spese militari, ai privilegi di manager, politicanti borghesi, alti funzionari!
La ventilata riduzione del 5% degli stipendi dei parlamentari è solo fumo negli occhi per cercare di evitare la risposta che questi banditi si meritano.
Di fronte all'inaccettabile operazione di macelleria sociale del governo reazionario di Berlusconi è necessario che i lavoratori diano una risposta immediata, per non divenire le vittime di una politica al servizio esclusivo degli sfruttatori e delle sanguisughe sociali.
I lavoratori non sono i responsabili della crisi e dei debiti e non devono pagarli. Che la paghino i capitalisti, i ricchi, i parassiti, coloro che ne sono i responsabili e ora ne beneficiano! Rompiamo la gabbia dell’U.E. dei monopoli capitalistici e dei governi al loro servizio!
Chiamiamo i sindacati operai e di base, gli organismi di massa, i delegati RSU/RSA, la classe operaia e i lavoratori tutti a mobilitarsi senza indugio contro questa nuova offensiva capitalista. La classe operaia e le masse lavoratrici possono respingere gli attacchi della borghesia, se non si lasciano paralizzare dai complici del governo e dei padroni. Occorre proclamare subito lo sciopero generale!
E’ necessario il più ampio fronte unico dal basso su un programma di difesa intransigente degli interessi economici e politici del proletariato, lottando fino a licenziare nelle piazze e nelle fabbriche il governo Berlusconi.
Rilanciamo e intensifichiamo la lotta di classe contro gli sfruttatori, favorendo l’unificazione degli elementi migliori del proletariato in un autentico partito comunista. Apriamo con la lotta rivoluzionaria delle masse la strada per un governo operaio e degli altri lavoratori sfruttati che infranga il dominio dei monopoli capitalisti e dia soluzione ai nostri problemi vitali.

18 maggio 2010

Piattaforma Comunista

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