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Un piromane si aggira per l'Europa

Un piromane si aggira per l'Europa

(7 Maggio 2010) Enzo Apicella
L'agenzia di rating Moody's, la stessa che consigliava di investire in Lehman Brothers, soffia sul fuoco della crisi europea e invita a disinvestire in Grecia, Portogallo e Italia

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(Call center e lotta di classe)

Call center: accordo per 12.000

(19 Luglio 2003)

Un accordo per cominciare a mettere ordine nei call center. Non in tutti e non ottiene subito la regolarizzazione per tutti i lavoratori - come ci si dovrebbe auspicare per chi presta sostanzialmente un lavoro di tipo subordinato. Ieri è stato firmato il protocollo tra Assocallcenter - 32 imprese, 12 mila addetti - e Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, parte integrante del contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi. I call center interessati non sono quelli della Wind o della Vodafone, che applicano diversi contratti, si parla di medie aziende che operano in outsourcing per diverse società. I loro operatori non hanno un fisso mensile, sono collaboratori senza ferie, malattia, contributi, rappresentanti sindacali, pagati spesso a cottimo, secondo le telefonate realizzate. I sindacati sono partiti a tamburo battente con cause per il riconoscimento del tempo indeterminato, e Assocallcenter, associata di Confcommercio, ha deciso così di trattare.

Entro i primi due anni dall'accordo (che dovrà essere votato dai lavoratori, sia cococo che dipendenti) bisognerà trasformare il 25% di tutte le collaborazioni in essere in lavoro subordinato; entro i successivi due anni, non potranno esserci più del 40% di collaboratori rispetto al totale dei dipendenti. Bisognerà confermare a tempo indeterminato almeno il 60% degli apprendisti. Si è definita anche un'unica percentuale di contratti a termine e interinali, pari al 40%, e che entro tre anni scenderà al 35%. Sul fronte salariale, si è ottenuta una progressione verso il 100% del salario contrattuale, da ottenere in tre anni: il primo anno i dipendenti avranno l'80% della restribuzione piena, il secondo il 90%, e il terzo il 100%. Il 9 settembre le parti si dovranno incontrare di nuovo per discutere i compensi dei collaboratori. E' stata ottenuta anche un'ora e mezza di assemblea in tutti i call center - i cococo non hanno delegati, e dunque in teoria non potrebbero fare assemblee - per sottoporre al voto l'ipotesi di accordo firmata con le imprese.

Centro di documentazione e lotta - Roma

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