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Pettenò (RC): riordino farmacie operazione di puro mercato

(29 Aprile 2003)

(Arv) Venezia 29 apr. 2003 - "Sulle polemiche e varie interpretazioni date alla stampa sulla proposta di legge sul riordino del settore farmaceutico presentata dal presidente della V° Commissione consiliare, vale la pena di fare chiarezza". Lo affermano in una nota il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò e Gemma Lunian responsabile regionale per il settore Sanità del partito.

"Più che un riordino -affermano- ci sembra un'operazione di puro mercato che non tiene conto che le farmacie devono essere un servizio complementare e integrativo del servizio sanitario e come tali devono rispondere non solo a logiche di mercato, che già sono state introdotte, ma a una programmazione che deve offrire servizi ai cittadini. Questa legge parte con l'idea di fondo che i farmaci sono una merce e la loro vendita appartiene al commercio, tali regole devono essere applicate con la competitività tra farmacisti, con la nascita di farmacie a ore, con la riduzione del rapporto tra autorizzazione e abitanti, con l'abolizione del diritto di prelazione per i Comuni".

"In realtà -proseguono gli esponenti di RC- poiché i farmaci non sono una merce qualunque ma sono regolati da un prontuario farmaceutico e con prezzi imposti dal Cipe e dal Ministero, anche i luoghi in cui vengono venduti devono avere regole ben precise legate al territorio, ai bisogni dei cittadini. Oggi le regole prevedono la pianta organica delle farmacie fatta dai Comuni che decidono dove devono essere dislocate per dare un servizio omogeneo in tutto il territorio. La proposta del consigliere Padrin prevede invece una liberalizzazione che porterà al concentramento delle farmacie nelle zone centrali (dove c'è più movimento e si guadagna di più magari con i farmaci da banco) e per le zone periferiche invece ci saranno delle farmacie a ore che potranno usufruire di aiuti finanziari della Regione. L' introduzione dei ticket è stata presentata come una misura di contenimento del consumo dei farmaci e se questo consumo è davvero alto non si capisce come gli accesi sostenitori dei ticket possano proporre di ampliare i luoghi di vendita del farmaco, di renderli più competitivi. Ma competitivo che cosa, i prezzi dei farmaci sono imposti e perciò uguali in ogni luogo di vendita.

Perché i cittadini dovrebbero essere contenti di avere una farmacia a ore invece di quella normale aperta tutto il giorno? Chi ci guadagnerà sopra? Perché la Regione dovrebbe finanziare le farmacie a ore quando ha messo il ticket sui farmaci perché si spendeva troppo?". "Da parte di Rifondazione Comunista -conclude la nota- nessuna difesa corporativa ma solamente la solita e consolidata difesa dei diritti dei cittadini ai quali servono servizi che funzionano, servono farmacie che siano in grado di erogare i farmaci generici che costano meno. Servono le farmacie comunali che possono dare servizi anche nelle zone più disagiate. Invece di liberalizzare il mercato delle farmacie per favorire il guadagno di pochi, cosa che non serve ai cittadini, il centrodestra abolisca quella ingiusta tassa sulla malattia che sono i ticket".

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