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Un israeliano chiede asilo politico al Libano: un nuovo testimone sull’omicidio Hariri?

Hezbollah consegna prove sul coinvolgimento di Tel Aviv

(18 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

18-08-2010/18:09 --- Spunta un nuovo testimone nell'inchiesta sull'omicidio dell'ex premier libanese Rafiq al-Hariri, ucciso il 14 febbraio 2005 a Beirut in un attentato. Un ex ufficiale dell'esercito israeliano ha infatti dichiarato di essere in possesso di informazioni molto importanti relative al caso e per questo motivo ha chiesto rifugio politico al Libano. Lo riferisce oggi il quotidiano libanese 'Al-Diyar', secondo cui l'uomo, "druso e avvocato", si sarebbe rivolto all'ambasciata libanese a Praga dicendo di essere disposto a svelare quel che sa sulla morte dell'ex premier in cambio dello status di rifugiato. La sede diplomatica del Paese dei cedri nella Repubblica ceca gli ha chiesto di partire immediatamente e di fare richiesta di rifugio politico direttamente in Libano, informando allo stesso tempo il ministero degli Esteri del paese dei Cedri, che secondo la testata avrebbe girato il caso al dicastero dell'Interno.
"Dopo che l'ambasciata a Praga gli ha chiesto di rivolgere la sua richiesta di asilo politico direttamente allo Stato libanese, quest'uomo ha detto di voler indire una conferenza stampa per svelare tutte le informazioni in suo possesso", spiega il giornale. Il quotidiano 'Al-Diyar' si domanda "quanto siano vere le parole di questo nuovo testimone, apparso improvvisamente a cinque anni dall'omicidio e dopo la creazione del Tribunale internazionale speciale" incaricato di indagare sul caso.
Intanto proprio ieri le autorità giudiziarie libanesi hanno consegnato al Tribunale speciale dell'Onu per il Libano prove che accusano Israele per la morte dell'ex premier libanese. Tra le suddette prove vi sarebbe un video realizzato dai servizi di intelligence israeliani nella zone che frequentava Hariri, ucciso da un'autobomba il 14 febbraio del 2005 a Beirut. L’occidente e alcuni movimenti politici libanesi accusarono la Siria ed Hezbollah di essere i mandanti della strage, e tentarono di approfittare del caos suscitato per disarmare le milizie della resistenza di Hezbollah e escludere del tutto Damasco dalla vita politica del paese, il che riuscì solo in parte. Il Tribunale, presieduto dal giudice italiano Antonio Cassese, dovrebbe pronunciarsi quest'anno. Lo scorso 3 agosto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in una conferenza in diretta tv dalla sala stampa dell'organizzazione, alla periferia Sud di Beirut, aveva mostrato ''gli indizi del coinvolgimento israeliano'' nell'assassinio di Hariri attraverso una serie di ''filmati aerei israeliani''. Hezbollah ha nelle scorse settimane piu' volte affermato di non avere fiducia nel Tsl, definendolo ''politicizzato'', ''parziale'' e ''prodotto di una macchinazione israeliana''.

www.radiocittaperta.it

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