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Walter Rossi, un ideale da rinnovare

(17 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

Vai a raccontarlo ai ragazzi d'oggi, mica solo a chi da un decennio frequenta la festa di Atreju ed è ridotto a fare la claque al monarca di governo. Parla ai più giovani delle scuole superiori, a quelli della lotteria dei test universitari cui la Gelmini nega un paritario diritto allo studio, a coloro cui il Sistema Italia offre precariato e disoccupazione. Rivela che diversi uomini delle attuali Istituzioni: il Presidente della Camera, il Ministro della Difesa, il Sindaco della capitale, trent'anni fa ma anche molto tempo dopo si contornavano di criminali assassini. Ricorda che dalle sedi missine, quelle con la fiamma tricolore mai spenta nei simboli della transizione al perbenismo di Palazzo, i militanti uscivano con le pistole. E le usavano, come nel dannato pomeriggio del 30 settembre 1977, per uccidere Walter Rossi sotto l'occhio di compiacenti Forze dell'Ordine . Molti giovani non ci crederanno. Replicheranno che è una finzione da pulp seriale ovvero parleranno di propaganda ideologica. Sottovalutando che le vittime dell'ideologia subdola del pensiero unico sono loro e ormai un'Italia intera. Questa riflessione tanto difficile a farsi dopo anni di rimozione, congressi con lavaggi "democratici", comprensioni dell'animo squadrista può servire non solo a ripulire il recente passato da riletture revisioniste bensì a comprendere i pericoli del presente. E i danni antropologici che si sommano a quelli politici.

E' drammatico come lo stesso vuoto creato dalla delega e dai perpetuati errori del ceto della Sinistra abbia incentivato il cinico oblìo che conferisce crediti istituzionali agli attori d'una militanza fascista nemica della Costituzione. E più della sciatta noncuranza con cui ci vediamo governati da troppi onorevoli senza onore, preoccupa l'allontanamento da una vita di ideali che i pubblici rappresentanti d'una società civile devono avere. Siamo quasi all'ora zero dell'abbrutimento morale. L'individualismo, l'abitudine egoistica a vantaggi a ogni costo che animano l'odierno vivere sono distanti mille miglia da quello che in altre e poche pezzi della società provavano a fare. Le generazioni del Settantasette, del Sessantotto e soprattutto il partigianato della Liberazione sono state piene di passione per cercare un futuro comune. Sembra incredibile che il Paese abbia smarrito la voglia di migliorarsi, di vivere avanzamenti collettivi, d'inseguire sogni. Per quell'uomo nuovo cercato dalla gioventù davvero speciale dei Walter o dei tanti che persero i propri vent'anni, molti neppure ricordati da una lapide , abbiamo il dovere di continuare a indicare ciò che è stato.

Proseguendo un impegno ideale che non sia solo testimonianza ma desiderio di cancellare ogni germe di fascismo palese o mascherato.

Enrico Campofreda

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