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(6 Ottobre 2003)
Martedì si sono tesserati al sindacato, mercoledì sono stati licenziati.
La palma del licenziamento più rapido spetta alla Ttl, azienda di trasporti e logistica di Mazzo di Rho. E' così veloce la Ttl che applica la legge 30, la "riforma" del mercato del lavoro, prima ancora che entri in vigore.
I licenziamenti sono la punizione per 11 dipendenti che oltre a essersi iscritti al sindacato Filt Cgil,si sono rifiutati di passare dal contratto collettivo a quello individuale diventando soci della cooperativa "Etica e lavoro" (un bel nome!).
"Per voi qui non c'è più posto, riceverete a casa la lettera di licenziamento": così mercoledì mattina si sono sentiti dire gli 11 dipendenti, 3 sono donne, che da anni lavorano alla Ttl.
Sono stati rimpiazzati immediatamente da altrettanti soci della cooperativa.
Dicono che passando alla cooperativa il salario resta lo stesso, ma il lavoro è garantito solo per un massimo di tre anni.
I licenziamenti sono illegittimi anche perchè tengono i lavoratori fuori mentre non è ancora arrivato il telegramma.
Da mercoledì gli 11 licenziati presidiano l'azienda, anche di notte. Dormono sulle automobili e mangiano panini. Ieri, accompagnati da Vincenzo Mazzeo della Filt Cgil, i licenziati hanno incontrato l'assessore al lavoro del comune di Rho.
Il sindacato martedì pomeriggio ha spedito per fax all'azienda le 11 deleghe e ha comunicato i nominativi delle Rsa. Il mattino successivo il licenziamento.
Al pomeriggio il sindacalista ha elencato all'amministratore delegato della Ttl una sfliza di norme e leggi violate con quei licenziamenti.
Riguardano la cessione di ramo d'azienda, l'interposizione di manodopera e i tempi dei licenziamenti (essendo più di 5, devono passare almeno 75 giorni prima che diventino effettivi).
"Quelle che lei cita sono leggi dello Stato, qui valgono le leggi delle persone", è stata la risposta dell'amministratore che, evidentemente, ha un'idea tutta sua di "persone". Quelle più forti, in grado di ricattare e mettere paura.
Persino affacciarsi alla finestra per salutare i colleghi licenziati è un rischio che è preferibile non correre.
Gli unici a dimostrare fattivamente solidarietà ai licenziati sono stati i padroncini dei furgoni che mercoledì si sono rifiutati di caricare i pacchi.
Centro di documentazione e lotta - Roma
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