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(10 Luglio 2012) Enzo Apicella

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Se la ricercatrice è..un'aspirante baronessa

risposta ad un articolo di una ricercatrice

(5 Ottobre 2010)

In questi giorni stiamo seguendo con attenzione e partecipazione le vicende e le proteste legate al progetto di riforma universitaria in corso di approvazione alle Camere. In particolare ci sentiamo vicini agli studenti che reclamano un reale diritto allo studio e a quei ricercatori che, come noi precari e flessibili, stanno lottando per avere una condizione lavorativa migliore della precarietà imposta dalle varie riforme e maggioranze di governo alternatesi in questi anni. Proprio per questo motivo utilizzeremo le nostre ore di assemblea (a partire dal prossimo 8 ottobre), per affiancarci allo sciopero del personale di ruolo dal momento che abbiamo una diversa tipologia contrattuale, e cercheremo di essere presenti al corteo studentesco, impegni di lavoro permettendo.
Rimaniamo sconcertati però di fronte all'articolo uscito il 1° Ottobre sulle pagine della cronaca fiorentina di Repubblica sul quale, leggendo della meritoria iniziativa svoltasi nell'auditorium di Sant'Apollonia, ci ritroviamo in un elenco delle variabili che impedirebbero il normale svolgimento delle lezioni.
“(...)Difficile insegnare cinema senza riuscire a sapere se riuscirai a proiettare o meno, essendo una variabile legata a troppi fattori concomitanti: l' usura delle macchine, l' assenza di un tecnico, i portieri che si allontanano all'improvviso e la proiezione non parte. (...) “
La superficialità di queste parole ci rivela l'ignoranza e la pigrizia intellettuale quantomeno di chi ha scritto l' articolo (siamo infatti certi che queste affermazioni non rappresentino l'opinione di tutti i ricercatori) che da una parte non si domandano i motivi dell'assentarsi ”all'improvviso” dalle portinerie dell'Università e dall'altra ne sono la prima causa. Quante volte gli studenti hanno assistito infatti all'intervento in Aula di un lavoratore in appalto che, a solo titolo di favore perché non rientra nelle proprie mansioni, è costretto a spiegare ai docenti, perché altrimenti la lezione non avrebbe inizio, la differenza tra un tasto “on” e quello “off” o come si utilizza un microfono o come si usa un lettore DVD; un bagaglio tecnico, per i quali non siamo formati, ma che dovremmo avere acquisito tutti, docenti compresi, con l'utilizzo quotidiano in casa dei nostri amati elettrodomestici.
Ricordando poi che:
- la quasi totalità dei colleghi ha un contratto part-time e che sopravvive grazie alle ore di straordinario lavorate spostandosi da un dipartimento all'altro da Scandicci a Calenzano, da Firenze Sud a Firenze Nord;
- non essendo dipendenti universitari non abbiamo la possibilità di accedere a tutte le informazioni presenti on line e dobbiamo quindi andare a prendere documentazioni cartacee stampate dai colleghi strutturati nelle postazioni vicine;
.. . .. . si dovrebbe allora comprendere che la variabile negativa non è data dal semplice allontanamento dalla portineria ma da una tipologia di contratto e da una condizione di precarietà e flessibilità, da noi sempre denunciata, che nel reclamare un miglioramento delle condizioni lavorative ha la stessa dignità di quella dei ricercatori.
Nella speranza di non stare appoggiando una lotta per un mero raggiungimento di una posizione di privilegio ma invece volta al reale miglioramento dell'Università Italiana, della Ricerca e delle condizioni di tutti I lavoratori, ci auguriamo in futuro di trovare una maggiore sensibilità, se non dei validi alleati, per il raggiungimento dei comuni obbiettivi come tutti insieme concordammo all'Assemblea in Rettorato del 15 Settembre scorso.

Assemblea dei lavoratori in appalto-Università di Firenze C.S.
e RSA FILCAMS CGIL

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