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Ovazione a Dublino

Ovazione a Dublino

(5 Settembre 2010) Enzo Apicella
Balir contestato a Dublino da un fitto lancio di uova. In Italia contestati dell'Utri e Schifani, in modo molto più "morbido", ma con reazioni istituzionali spropositate

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Discorso del KKE all'Incontro Internazionale di AKEL

(2 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr

La lotta della sinistra e le lotte dei popoli per la pace e la sicurezza contro l'ordine mondiale imperialista Elisaios Vagenas
Membro del CC del KKE
Responsabile del Dipartimento Relazioni Internazionali

Ringraziamo AKEL per l'invito a partecipare al suo congresso e all'incontro internazionale di oggi. Vorremmo cogliere l'occasione per ribadire la solidarietà senza riserve del KKE con la lotta per uno Stato federale, bizonale, soluzione per le due comunità, con una sola sovranità e rappresentanza internazionale, per una Cipro unita, indipendente, senza basi ed eserciti stranieri, una patria comune per entrambi i turchi e greco ciprioti, senza garanti e protettori stranieri.

Amici e compagni,

La questione di cui discutiamo qui oggi ha una importanza particolare e per comprenderla in tutti i suoi aspetti, dobbiamo analizzare le significative esperienze di lotte fino ad oggi condotte per la pace e la sicurezza mondiale. I comunisti hanno contribuito notevolmente alla lotta antimperialista, contro le guerre e gli interventi imperialisti. Tuttavia dobbiamo guardare a questo problema con maggior profondità. La valutazione del nostro Partito è che nel passato in nome della "coesistenza pacifica" dei popoli, soprattutto in relazione al modo in cui questa linea è stata seguita dopo il 20° Congresso del PCUS, sono stati compiuti gravi errori che hanno contribuito ad un cambiamento negativo nei rapporti di forze. Che tipo di errori? Questi errori trovano fondamento nella separazione dell'economia dalla politica. La valutazione che solo certe potenze imperialiste fossero bellicose e aggressive e che altre potessero costruire insieme all'URSS e ai paesi socialisti dell'Europa centrale e dell'est un sistema di "sicurezza reciproca", di cooperazione pacifica e altrettanto pacifica "competizione", era errata. Tale approccio non limitato solo ai partiti comunisti di governo, ma ampiamente adottato dal movimento rivoluzionario, ha alimentato una visione utopica tra i popoli, ossia che l'imperialismo potesse presumibilmente, un giorno, cedere le armi di distruzione di massa che gli USA avevano per primi realizzato e utilizzato su Hiroshima e Nagasaki senza alcuno scopo militare e con il solo chiaro intento di terrorizzare l'Unione Sovietica. Questa visione è alla base dello sviluppo di posizioni politiche utopiche, politiche opportuniste inerenti ai "sistemi di sicurezza" internazionali e regionali.

Oggi sappiamo dai risultati, che le potenze imperialiste nonostante i molti accordi di disarmo siglati e nonostante in molte occasioni siano state costrette a vincolarsi, sotto la pressione dell'Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti, ad accordi su diversi questioni internazionali in seno all'ONU, esse non hanno mai rinunciato ai loro piani. La prova di ciò è la serie ancora irrisolta di questioni internazionali, come le questioni cipriota e palestinese, di cui le potenze imperialiste sono responsabili per la mancata attuazione delle decisioni delle Nazioni Unite.

Oggi, senza l'URSS, l'equilibrio nei rapporti di forza internazionali è ancora più negativo. Il diritto internazionale, come lo conoscevamo fino a 30 anni fa, non esiste più. Viene utilizzato ogni qualvolta sia conveniente, come nelle Nazioni Unite, trasformate in un'arena di conflitto tra le potenze imperialiste e quale strumento per l'imposizione dei piani imperialisti. La decisione del tribunale dell'Aja, che legittimava l'intervento della NATO nei Balcani e il protettorato del Kosovo, dimostra chiaramente ciò che il diritto internazionale ed europeo significhino in realtà. Un altro esempio è la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha giustificato la Lettonia che ha perseguitato e incarcerato il veterano antifascista Vasili Kononov, perché secondo il giudice ha agito come un "terrorista" nel 1944 combattendo contro le orde naziste che avevano invaso il suo paese, l'URSS. Un'altra dimostrazione è la decisione degli Stati Uniti di continuare il suo criminale embargo contro Cuba, nonostante le proteste internazionali e le votazioni ripetute annuale in seno all'assemblea generale delle Nazioni Unite.

Specialmente dopo la dissoluzione dell'URSS e del Patto di Varsavia, il termine "sicurezza" è utilizzato dalle organizzazioni imperialiste nel quadro della cosiddetta lotta contro il "terrorismo" e l'"estremismo" per giustificare interventi imperialisti, severe misure di repressione e per incatenare il movimento operaio-popolare.

C'è per i popoli nelle difficili condizioni date e a fronte del deterioramento dei rapporti di forze a livello mondiale una speranza? Riteniamo di sì! Ma prima di tutto i popoli devono respingere la visione inaccettabile, dannosa oltre che pericolosa, coltivata dalla socialdemocrazia internazionale riguardante "la democratizzazione della governance globale" e la "nuova architettura globale" che si pretende debba essere conseguita attraverso l'ammodernamento degli organismi europei e internazionali. Si tratta di una frottola, una fantasia che non ha alcuna attinenza con la realtà. Simili proposte senza prospettive riguardanti la "riforma e democratizzazione del sistema delle Nazioni Unite" sono promosse dal cosiddetto "Partito della Sinistra Europea", creando confusione, mistificando il ruolo pericoloso dell'imperialismo e delle potenze imperialiste. In questo quadro si arriva a comprendere cosa si intenda realmente quando si vocifera di "multipolarità", la quale si pretende debba portare al rispetto della normativa e dei principi internazionali.

Il nostro partito è dell'opinione che queste proposte, per esempio quella relativa all'ampliamento ad altri paesi del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o le proposte di Russia e Cina su questioni internazionali, non sono in grado di regolare gli sviluppi mondiali. Perché trascurano il fatto che gli Stati Uniti non sono l'unica potenza imperialista. Queste proposte non possono far cessare le contraddizioni interimperialiste, che vanno acuendosi in relazione alle materie prime, all'energia e alle reti per il suo trasporto e nella lotta per l'acquisizione di quote di mercato. In realtà, queste proposte tentano di rendere più accettabile ideologicamente il nuovo equilibrio di forze, formatosi nella barbarie capitalista e imperialista, con l'obiettivo di ingannare i lavoratori.

E' la concorrenza dei monopoli che porta agli interventi militari e alle guerre, quelle locali come a quelle più estese. Questa competizione ingaggiata dal potere statale borghese con qualsiasi mezzo a disposizione in ogni nazione, si esprime negli accordi interstatali, costantemente sfidati a causa dell'ineguale sviluppo capitalistico. Questo è l'imperialismo, la fonte delle guerre di aggressione, sia su piccola che vasta scala.

A giudizio del KKE la soluzione per i popoli non può venire dagli appelli al rispetto del diritto internazionale o dalla democratizzazione delle Nazioni Unite. Né può poggiare sulle speranze infondate per un mondo multipolare di potenze imperialiste emergenti: l'essenza di classe di questi paesi è predatoria al pari degli Stati Uniti.

Una solida e di massa lotta antimperialista è la via da seguire per i popoli, il fronte comune contro l'imperialismo e tutte le unioni imperialiste a prescindere dal loro nome o dal potere che le conduce. Nessun "asservimento alle istituzioni", che viene sapientemente alimentato verso l'ONU e le altre istituzioni e organizzazioni imperialiste in cui si rispecchiano oggi i rapporti di forza tra gli imperialisti.

La classe operaia e gli altri strati popolari devono lottare soprattutto per la liberazione dei loro paesi dai piani degli imperialisti, in modo che tutte le forze militari coinvolte in guerre imperialiste all'estero, nell'occupazione di altri paesi e nell'imposizione di piani imperialisti, facciano ritorno a casa. Questa lotta deve essere condotta in parallelo alla richiesta di disimpegno dei nostri paesi dalle unione imperialiste, come l'UE e la NATO.

In particolare perché oggi:

la NATO ha in programma un nuovo principio e una nuova strategia estremamente pericolosi, che determineranno un ampliamento della sua attività sia a livello internazionale sia negli affari interni politico e sociali di tutti i paesi;
e perché la UE sta collaborando strettamente con la NATO per creare forze di polizia e corpi militari per nuovi interventi imperialisti.
Il bisogno della lotta per il disimpegno da queste unioni imperialiste si è fatto più impellente: una lotta che sia indissolubilmente legata alla lotta per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo-comunismo.
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Partito Comunista di Grecia (KKE)

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