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(2 Dicembre 2003)
Partito come il solito sciopero inconcludente di CGIL-CISL-UIL e FAISA per minime richieste salariali, a fronte di un pessimo contratto che non poteva che portare ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori, lo sciopero di oggi 1 dicembre si è trasformato in un boomerang per chi pensava di contenere così la crescente rabbia degli autoferrotranvieri.
A Milano i lavoratori dell'ATM sono spontaneamente scesi in sciopero prima dell'orario previsto ed hanno sostenuto per tutta la giornata la loro iniziativa fino a quando non è intervenuta la precettazione del Prefetto.
La richiesta di aumenti salariali, ormai indifferibili vista la miseria dell'ultimo contratto, l'aumento costante e sostenuto dell'inflazione, l'opposizione al peggioramento delle condizioni normative, l'aumento esasperante della produttività, la continua pressione del potere disciplinare delle aziende, utilizzato per intimorire i lavoratori combattivi, i limiti sempre maggiori creati dalla Commissione di Garanzia per impedire nei fatti lo svolgimento degli scioperi, hanno portato i lavoratori a non poterne più ed a rispondere nel solo modo che hanno per opporsi all'arroganza padronale: lo sciopero!
Subito l'apparato sindacale ha cominciato a prendere le distanze "giuste le motivazioni ma non l'iniziativa" e sono iniziate le grandi manovre per strumentalizzare, isolare e far fallire la protesta dell'ATM di Milano.
Perché l’iniziativa non sia stata inutile, è necessario che tutti i lavoratori sostengano e facciano proprie le sue ragioni, allargando ovunque possibile le basi del consenso, creando casse di resistenza per le spese legali che ci saranno da affrontare, arrivare finalmente a creare e far funzionare la fondazione per il diritto di sciopero, coordinare le iniziative e liberare finalmente gli autoferrotranvieri dai lacci e dalla doppiezza di CGIL-CISL-UIL e FAISA.
Lottare per opporsi alla distruzione del servizio pubblico, alla svendita di un bene collettivo a vantaggio di pochi profittatori, non solo si può ma si deve! Richiedere aumenti salariali è un diritto di tutti i lavoratori e non può essere considerato un reato: anche quando è necessaria la lotta dura per riprendersi quello che altri hanno svenduto negli anni!
SOSTENIAMO LA LOTTA DEI LAVORATORI ATM!
Genova, 01/12/2003.
FEDERAZIONE LAVORATORI TRASPORTI UNITI
CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE
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