">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

La borsa o la vita

La borsa o la vita

(15 Giugno 2010) Enzo Apicella
Il ricatto della Fiat: "Sopravvivere da schiavi o morire di fame"

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Sciopero dei lavoratori di Ceva Logistics. A poche ore dal referendum su Mirafiori, sarà blocco della produzione Fiat?

(11 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Sciopero dei lavoratori di Ceva Logistics. A poche ore dal referendum su Mirafiori, sarà blocco della produzione Fiat?

foto: www.radiocittaperta.it

10-01-2011/19:57 --- Hanno indetto due giorni di sciopero (10 e 11 gennaio) i dipendenti della società Ceva Logistics Srl che, dopo aver ricevuto la lettera che annunciava il trasferimento della sede da None (TO) ad Assago (MI), hanno deciso di organizzarsi con l’Unione Sindacale di Base per protestare contro una situazione “improponibile”. Il blocco della Ceva Logistics Srl, che assicura la fornitura dei pezzi di assemblaggio a tutti gli stabilimenti Fiat in Italia, potrebbe avere importanti ripercussioni sulla produzione dell’azienda in tutto il paese a poche ore, tra l’altro, dal referendum sull’accordo separato imposto da Marchionne allo stabilimento di Mirafiori. I lavoratori della Ceva Logistics sono impiegati, tecnici e ingegneri e lavorano quasi tutti nella cittadina della cintura, ma anche nelle altre due sedi di Rivalta e di Rivoli. Metà della forza lavoro della Ceva di None è composta da donne, in buona parte mamme: “La metà di questi dipendenti sono donne con figli – ha confermato ai microfoni di Radio Città Aperta Pino Larobina, dell’Usb Lavoro Privato - e pur non avendo molte esperienze di scioperi e proteste sindacali, perché vivono una realtà produttiva molto particolare, questa volta hanno deciso di fare lo sciopero per due giorni di fila, anche perché, vista la particolare mansione che svolgono, sanno di avere un potere contrattuale; se si fermano loro, si ferma tutta la logistica Fiat Iveco in varie regioni d’Italia. Hanno preso l’annuncio del trasferimento – ha spiegato ancora Larobina - come una forma di licenziamento, perché è ovvio che per i lavoratori fare avanti e indietro tra Torino e Milano tutti i giorni è improponibile, soprattutto per le donne che hanno i figli”.

«Sulle lettere inviate – racconta una lavoratrice – non si fa menzione delle cause. Sappiamo per vie traverse che la riorganizzazione è dovuta a un grosso investimento che l’azienda ha fatto su un sistema di gestione satellitare che ha la sua torre di controllo proprio a Milano.
Una torre che, in realtà, fino a sei mesi fa doveva essere costruita a Torino». Per la multinazionale della logistica sarebbe il proseguimento di un processo di abbandono del Piemonte iniziato già lo scorso anno. La Ceva aveva infatti in gestione la movimentazione di tutte le merci della Fiat. Ma a dicembre 2009 il Lingotto ha deciso di invertire la rotta delle esternalizzazioni iniziate negli anni ‘90 e di riprendersi, a partire dal 1 gennaio 2011, circa 2.900 tra carrellisti e addetti che lavorano nei suoi stabilimenti italiani. Ma non i 100 impiegati di None. Il motivo? Secondo voci che circolano negli ultimi tempi, il costruttore automobilistico sarebbe pronto a gestire la logistica delle merci in ingresso da solo, utilizzando i propri dipendenti. Di qui la lettera inviata ai primi 35 lavoratori pochi giorni fa: «Caro dipendente, dal 31 gennaio la sua sede di lavoro non è più a None, bensì ad Assago, in provincia di Milano».
Tecnicamente si chiama “trasferimento collettivo”. Il problema è che, come ha sottolineato Pino Larobina, “ci sono circa 175 km di distanza, quindi si superano i 50 km canonici dei contratti. A questi lavoratori è crollato il mondo addosso. Per questi motivi abbiamo dichiarato lo sciopero di 8 ore sia per oggi sia per domani. Questa mattina c’è stato il presidio davanti ai cancelli, i lavoratori erano tutti fuori, abbiamo fatto un’ assemblea e si è confermata l’intenzione dei lavoratori di continuare lo sciopero anche domani per fare in modo di portare all’attenzione di tutti il loro problema; si è discussa anche l’ipotesi di andare a interessare la regione Piemonte, gli enti locali. I lavoratori hanno tutto il nostro sostegno, e questa mattina davanti ai cancelli c’era anche la Fiom. Aspettiamo le reazioni dell’azienda e vedremo cosa ci risponderanno gli enti locali”, ha concluso Larobina.
Un’attesa che si somma a quella legata al responso dei lavoratori di Mirafiori sull’accordo capestro imposto dall’ad della Fiat in combutta con i sindacati collaborazionisti.

Mila Pernice – Radio Città Aperta

7687