">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Sulla crisi del tessile-calzaturiero in Puglia

(22 Gennaio 2004)

Mi pare opportuno intervenire in questo dibattito molto interessante cercando di apportare un punto di vista certamente in contrasto a quelli finora sviluppati anche da organizzazioni di sinistra.

Il grande sviluppo industriale avutosi tra la fine degli anni settanta e gli anni novanta del settore tessile-calzaturiero nella nostra zona sembra essere arrivato al capolinea per la fortissima concorrenza commerciale della Cina e di altri Paesi a più basso costo del lavoro: i manifesti della Lega nord, divenuta di colpo amica delle sorti dell’economia meridionale, apparsi sulle vetrine di alcuni negozi di Barletta, parlano della necessità di dazi commerciali contro "l’invasione" delle merci asiatiche.

Il padronato barlettano si affida ad un tale Panizza, leghista esperto di economia, per costruire un fronte padronale Nord-Est-Mezzogiorno d’Italia che di fatto porti a rendere più concorrenziali le merci italiane sul terreno della concorrenza internazionale. A questo punto viene da chiedersi come mai codesti signori che si dichiarano liberisti ed antistatalisti ad ogni piè sospinto, adesso chiedono che le organizzazioni statali ed internazionali intervengano per porre dei dazi commerciali, quindi con interventi regolatori del libero mercato.

Poi è alquanto clamoroso che i signori "industriali" barlettani, si lamentino della concorrenza cinese, quando loro stessi hanno diretto buona parte dei loro investimenti in Paesi quali quelli dell’Est europeo, in primis l’Albania, dove è possibile ottenere un margine di surplus economico superiore attraverso lo sfruttamento di manodopera a buon mercato.

L’idea che sottende questa operazione padronato barlettano-Lega è quella, non certo paradossale, del fare come la Cina, che di comunista ha ormai solo il nome del Partito, ossia eliminare le tutele sociali ed i vincoli che non renderebbero concorrenziali le loro merci, come l’art. 18, quindi libertà di licenziamento, introduzione dell gabbie salariali ed eliminazione dei contratti nazionali, ossia libertà di sfruttamento a gò gò.

La serrata del 16, appoggiata dal sindaco Salerno e dal Centrosinistra barlettano (mentre la maggioranza del PRC tace) non mi sorprende. L’unica soluzione che liberi dal giogo dell’oppressione sociale la classe operaia barlettana e per chi si pone la necessità della costruzione di un altro mondo possibile libero dal capitalismo e dal suo sfruttamento in Cina come in Italia, è fare come è stato fatto in molte aziende argentine (più di 200, tra cui la Zanon e la Bruckman), e cioè la cacciata del padrone corrotto, sfruttatore ed inefficiente e la gestione diretta delle fabbriche da parte dei lavoratori, che ha visto migliorare la gestione, con maggiori investimenti, e soprattutto aumentare vendite ed introiti divisi equamente tra chi lavora.

Michele Rizzi
(Associazione Marxista Rivoluzionaria Progetto Comunista - sinistra del PRC)

4646