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Che Guevara

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(10 Ottobre 2008) Enzo Apicella
41 anni fa veniva assassinato dagli sgherri dell'imperialismo Ernesto Che Guevara

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(Memoria e progetto)

Apriamo il processo costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori

Per mantenere una opposizione di classe e comunista ad ogni governo della borghesia

(20 Maggio 2006)

Col voto di fiducia al governo Prodi e l’ingresso in tale governo si conclude l’esperienza storica del PRC quale forza d’opposizione e si rende necessario per i comunisti un nuovo cammino politico.

Il PRC nacque quindici anni fa come “cuore dell’opposizione” contro la deriva governativa del PDS, contro la nascente Europa di Maastricht, contro l’alternanza del bipolarismo maggioritario, contro la concertazione del luglio 92-93. Per questo raccolse le energie e le speranze di un vasto settore di lavoratori e di giovani alla ricerca di un’altra sinistra, finalmente coerente, finalmente alternativa alle classi dirigenti del paese.
Ma questa domanda è stata privata sistematicamente di un progetto anticapitalistico di riferimento lungo una infinita altalena di svolte e controsvolte che ha depresso e demotivato potenzialità enormi.

Oggi, 15 anni dopo, il PRC ha concluso la sua parabola entrando in un governo che nega alla radice tutte le ragioni sociali che il partito ha raccolto e tutte le sue bandiere fondative: un governo guidato dai massimi tutori dell’Europa di Maastricht, basato su un organica coalizione di alternanza ,fondato su un programma di concertazione e di “alleanza leale con gli Stati Uniti”. Un governo sostenuto dai vertici della Confindustria e dalle principali banche del paese. Un governo che si presenta, non a caso, col biglietto da visita di una nuova manovra economica di sacrifici, di un ennesimo rifinanziamento delle missioni militari, a partire dall’Afghanistan .e dell'adesione alla politica UE di boicottaggio contro l'ANP e il popolo palestinese.

Il coinvolgimento del PRC e di tutte le sinistre in questo governo avrà l’unica funzione di coprire quella politica agli occhi dei lavoratori e delle masse popolari , privandole di ogni riferimento di opposizione. La presidenza della Camera a Bertinotti è la premiazione onorifica di questa capitolazione alla borghesia italiana.

Abbiamo cercato a lungo, con tutte le nostre forze, di scongiurare quest’esito. Lungo tutta la storia del PRC ci siamo battuti per affermare nel partito una prospettiva coerentemente anticapitalistica che fondasse il carattere strategico dell’opposizione ai governi delle classi dominanti. E in questo quadro abbiamo difeso il partito e il suo ruolo di opposizione dalle scissioni filogovernative di sue minoranze dirigenti, prima di Crucianelli, poi di Cossutta. Oggi è la maggioranza dirigente del PRC a imporre la scissione governativa del partito dalle sue ragioni e radici.
Fino all’ultimo momento utile ci siamo battuti, nel Partito, per sbarrare il passo a questa corsa governista, per tenere aperta la via di una inversione di marcia: chiedendo una verifica democratica interna sul programma dell’Unione, prima e dopo la campagna elettorale; facendo appello all’insieme delle minoranze, rappresentative del 41% del partito, per una battaglia comune alternativa alla maggioranza governativa del PRC, in opposizione all’ingresso al governo.
Ma tutti gli appelli sono caduti nel vuoto. La maggioranza ha imposto il fatto compiuto dell’ingresso al governo su un programma sottratto ad ogni verifica, sia del partito che dei movimenti. I gruppi dirigenti delle minoranze hanno dismesso o profondamente attenuato ogni opposizione interna proprio nel momento in cui la maggioranza realizzava la politica contro cui si era si era battuto il 41% del partito; sino all’incredibile sostegno alla maggioranza bertinottiana sul rifinanziamento della missione militare in Afganistan.

Ora è giunto il momento di un assunzione di responsabilità, in coerenza con tutto il nostro percorso. Così come siamo stati leali, sino all’ultimo, verso un partito di opposizione, non seguiremo la sua trasmutazione di governo. Abbiamo detto al Congresso di Venezia che una opposizione di classe e comunista è irrinunciabile in Italia: dunque non vi rinunceremo. Non ci faremo corresponsabili di un passaggio di campo di tutte le sinistre nel governo della grande industria e delle grandi banche. Non collaboreremo a privare le lotte dei lavoratori e dei giovani di un proprio punto di riferimento politico autonomo come vorrebbero le classi dirigenti del paese. Non ci rassegneremo a lasciare pericolosamente a Berlusconi il monopolio dell’opposizione , di stampo populista. In ogni caso non baratteremo i nostri principi , la difesa dei lavoratori, la rifondazione comunista con la negoziazione di cariche e di ruoli. Perché l’unica ragione del nostro impegno politico è la difesa delle classi subalterne e la lotta per una prospettiva socialista.

Per tutto questo dichiariamo oggi le nostre dimissioni dal partito e dai suoi organismi dirigenti e facciamo appello a tutti i sinceri comunisti, ovunque collocati, per intraprendere insieme una nuova prospettiva politica: la prospettiva della costruzione di un Partito Comunista dei Lavoratori. Di un partito di opposizione alle classi dominanti e al loro governo, impegnato nelle lotte e nei movimenti. Di un Partito che lotta per l’autonomia del movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta dalle coalizioni borghesi di alternanza: a favore di un polo autonomo di classe e anticapitalistico. Di un partito che lavora a ricondurre ogni conflitto e rivendicazione immediata ad una prospettiva di alternativa di società e di potere, su scala nazionale ed internazionale.

E’ necessario rilanciare un’opposizione sociale di massa nel paese, che unifichi in una grande vertenza generale la rivendicazione di un forte recupero salariale, dell’abolizione delle leggi di precarizzazione del lavoro, del salario sociale ai disoccupati, della nazionalizzazione sotto controllo operaio delle industrie in crisi o che licenziano. E' necessaria una opposizione radicale che sostenga senza riserve le lotte popolari contro le grandi opere, come la TAV ; l'abrogazione delle leggi Moratti- Zecchino sull'istruzione; la piena affermazione di diritti e ragioni di tutti i lavoratori immigrati, contro le leggi reazionarie degli ultimi 10 anni; i pieni diritti civili per tutti/e contro la reazione clericale oscurantista , antifemminile e anti omosessuale, che trova sponde in ampi settori del centrosinistra . E' necessaria una opposizione che colleghi le lotte dei lavoratori in Italia alle lotte dei popoli oppressi dall'imperialismo per la propria liberazione: a partire dal popolo palestinese e irakeno.

Lo insegnano la lotta a oltranza dei lavoratori di Melfi nella primavera del 2004 strettamente legata nella sua radicalità e nei suoi protagonismi alla lotta delle masse della basilicata contro il progetto del sito di deposito radiottivo di Scanzano, così come la recente rivolta sociale dei giovani e dei lavoratori francesi e la loro vittoria.: solo una autentica esplosione sociale può strappare risultati e conquiste. Solo sul terreno della lotta di classe è possibile riaprire il varco di una alternativa anticapitalistica.

E una alternativa è tale solo se mette in discussione le basi stesse della società capitalistica.
In Italia le classi dominanti, la grande industria, le grandi banche sono protagoniste di un autentico saccheggio del paese e delle sue risorse. Attraverso il ladrocinio su salari, pensioni, servizi, sanità, istruzione. Attraverso la privatizzazione di tutti i gangli strategici dell’economia. Attraverso la roulette di scalate e speculazioni finanziarie ai danni di lavoratori, consumatori, piccoli risparmiatori.
Un’alternativa è tale se mette fine a questo scempio. E’ tale se nazionalizza la grande industria, le grandi banche sotto il controllo dei lavoratori e delle masse popolari. E’ tale se riorganizza la società su basi nuove, assicurando le leve del potere ai lavoratori e alle lavoratrici, alla loro organizzazione alla loro forza.
Collegare le lotte di ogni giorno a questa prospettiva è la ragione fondante del Partito Comunista dei Lavoratori. Ricondurre questa lotta alla prospettiva socialista internazionale, a partire dallo sviluppo di una organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori, è suo compito centrale.

Diamo dunque avvio al Movimento Costitutivo di tale Partito, rivolgendoci nel modo più aperto a tutti i compagni e le compagne, ovunque collocati, disponibili a convergere in questa impresa. Ci rivolgiamo ai tanti/e compagni/e del PRC che, al di là delle diverse collocazioni congressuali, si sono battuti contro la svolta governativa del partito. Ci rivolgiamo ai tanti compagni/e che hanno abbandonato il PRC negli anni e nei mesi passati, in reazione alla deriva del partito. Ci rivolgiamo ai tanti compagni/e che non hanno mai militato nel PRC, ma che sono attivi nelle lotte e nel movimento, nel sindacalismo di classe, e che sentono l’esigenza di una sinistra anticapitalista di opposizione. Ci rivolgiamo ai compagni/e comunisti/e che oggi militano in altri partiti o piccole formazioni e che avvertono la necessità di superare i limiti delle proprie esperienze e di contrastare la dispersione delle forze, a favore di una ricomposizione unitaria, su basi politiche e programmatiche chiare.

A tutti questi compagni/e, nel profondo rispetto della loro storia, diciamo: costruiamo insieme un nuovo cammino. Alla costituente di una sezione italiana della Sinistra Europea nel segno della rifondazione di una socialdemocrazia di governo contrapponiamo insieme il movimento costitutivo di una nuova forza comunista di opposizione, sulle basi del marxismo rivoluzionario. Di una forza che stia, fino in fondo, dalla parte dei lavoratori e degli sfruttati.

Marco Ferrando (Direzione naz Prc)
Franco Grisolia (Direzione naz Prc)
Ivana Aglietti (Comitato Politico naz Prc)
Tiziano Bagarolo (Comitato Politico naz Prc)
Vito Bisceglie (Comitato Politico naz Prc)
Letizia Mancusi (Comitato Politico naz Prc)
Michele Terra (Comitato Politico naz Prc)


La manifestazione di presentazione nazionale del movimento costitutivo del nuovo partito si terrà:

DOMENICA 18 GIUGNO
Dalle h 9 alle h 14
Nella sala del Cinema Barberini
piazza Barberini - ROMA


Piazza Barberini si trova a meno di un chilometro dalla stazione Termini, poco oltre Piazza Esedra, punto di partenza delle grandi manifestazioni politiche. E' servita dal metrò Barberini.

Per adesioni all’appello, informazioni e comunicazioni della partecipazione all’incontro del 18 giugno potete scrivere a amr@progettocomunista.it.

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