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(13 Agosto 2011) Enzo Apicella
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FARC-EP: comunicato sulla visita di Uribe in Europa del 24 febbraio del 2004

(8 Marzo 2004)

1. Quella che era stata concepita come una passeggiata trionfale per l'Europa con lo stendardo fascista della Sicurezza Democratica, ha finito per essere la più vergognosa sconfitta politico- internazionale del Presidente Uribe. A Strasburgo, la maggioranza degli eurodeputati ha abbandonato la sala, ed i pochi che vi sono rimasti lo hanno fatto per respingere la sua politica. A Roma l'assenza di Berlusconi è stata tanto grande quanto il Colosseo, e sua Santità, il Papa, gli ha dedicato soltanto 10 minuti del suo tempo per reclamargli la stessa cosa reclamatagli dai parlamentari europei: la soluzione politica al conflitto, lo scambio o interscambio umanitario e la cessazione della repressione.

2. E' tornato con la coda tra le gambe: senza tavolo di paesi donatori per suoi paramilitari, senza preferenze doganali per la Colombia, con le recriminazioni per il conferimento di facoltà giudiziarie alle Forze Militari, per lo sfollamento forzato della popolazione, per il suo statuto antiterrorista, per la violazione dei diritti umani, per le retate di massa. La sua richiesta di aiuti militari per il riscatto a ferro e fuoco dei prigionieri di guerra ha avuto una sola risposta: il silenzio. Non c'è stata una sola tappa del suo tour in cui non sia stato ricevuto con grandi manifestazioni di protesta. A niente gli è valso l'accompagnamento di Pastrana, né l'incenso della grande stampa di RCN e Caracol.

3. Uribe è andato in Europa a mettere a nudo la propria anima fascista e paramilitare, a reiterare la sua rozza definizione di "terroriste" alle ONG di difesa dei diritti umani, a sfidare i deputati del vecchio continente a casa loro, a versare il proprio odio viscerale contro le FARC con argomenti senza eco, a negare ogni possibilità di scambio di prigionieri, a diffondere senza vergogna il proprio progetto paramilitare di "alternativa penale", a chiedere alla Germania l'incoerenza di dichiarare terrorista l'ELN, nella misura in cui quest'organizzazione non gli si è prostrata in ginocchio in un tavolo di negoziazione, ed a chiedere che lo chiamassero paramilitare, forse spossato dal peso dell'evidenza.

4. La Colombia intera deve rispondere con un rotondo basta! La politica di Sicurezza Democratica di Uribe cerca soltanto d'imporre col terrore dello Stato la politica neoliberista dell'impero, che oggi avanza col nome di ALCA. Tale politica pretende di condurci alla schiavitù ed alla condizione di neo-colonia degli Stati Uniti. Con un'asserzione che sembrava rivolta a questa nuova era, il Libertador Simón Bolívar diceva: "una volta stretto il patto con il forte, ormai l'obbligo del debole è eterno". Dobbiamo fare qualcosa per la Patria e per la nostra dignità. Manteniamo in alto la bandiera della pace e la nostra disponibilità allo scambio di prigionieri, ed al contempo chiamiamo i lavoratori della Colombia, i ceti medi, i disoccupati, i senza terra, i militari bolivariani, la sinistra ed i partiti democratici a serrare le fila contro il fascismo potenziato da Washington, prima che sia troppo tardi. È urgente l'incontro per costruire un accordo su un nuovo governo, che rispetti i cittadini, stabilisca la democrazia e la giustizia sociale e faccia sì che la nazione colombiana recuperi le proprie dignità e sovranità.

Montagne della Colombia, 24 febbraio del 2004

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

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