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Fiat. Ricorso Fiom su Pomigliano, fallito tentativo di conciliazione

(18 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Nessuna conciliazione tra Fiom e Fiat si è raggiunta oggi nella prima udienza, tenutasi al Tribunale di Torino davanti al giudice del lavoro Vincenzo Ciocchetti, per il ricorso presentato dalla Fiom contro la newco della Fiat per lo stabilimento di Pomigliano. È fallito il tentativo di conciliazione: il giudice ha proposto alla Fiom di firmare l'accordo «con la riserva di adottare successive iniziative legali e non solo, ove si ritenga la violazione costituzionale di leggi e delle proprie prerogative sindacali»; la Fiom ha respinto la proposta e il segretario delle tute blu, Maurizio Landini, ha ricordato che «nello statuto della Cgil è fatto esplicito divieto alla Cgil di sottoscrivere accordi in cui siano messi in discussione diritti indisponibili, come in questo caso. Inoltre questo accordo introduce in Italia l'uscita dal contratto nazionale di lavoro, elemento per noi inaccettabile. Tutte le questioni poste, a partire dai turni, possono essere risolte senza bisogno di cancellare i contratti nazionali né di mettere in discussione i diritti individuali».
Nell’aula 1 del Palazzo di Giustizia di Torino, oltre a Landini, erano presenti Giorgio Airaudo e sette avvocati della Fiom-Cgil. Quando Landini , in mattinata, ha indicato le condizioni per una possibile conciliazione con la Fiat, il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che «non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom». Per la Fiom condizioni indispensabili per la conciliazione sarebbero state l’impegno delle parti a dare applicazione al contratto di lavoro vigente e agli accordi confederali; garantire il passaggio alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano di tutti i lavoratori attualmente occupati nello stabilimento di Pomigliano; ridiscutere l’istituzione del lavoro a turni e l'introduzione di una procedura di raffreddamento dei conflitti in alternativa alla cosiddetta clausola di responsabilità. Ma la Fiat dice no.
Intanto il processo andrà avanti a Torino, il giudice del Tribunale del Lavoro si è riservato di decidere sulla competenza territoriale, respingendo così la richiesta della Fiat di spostare la causa al Tribunale di Nola (Napoli).

18-6-11

Alessandra Valentini
DirittiDistorti

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