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(12 Settembre 2013) Enzo Apicella

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Aprile per la sinistra e le elezioni amministrative a Padova

(18 Marzo 2004)

A giugno si voterà a Padova per eleggere una nuova amministrazione comunale.
Le cittadine e i cittadini saranno chiamati a scegliere i programmi e le persone che in loro nome amministreranno la nostra città.
Preliminare, e pregiudiziale, per “Aprile per la sinistra”, prima di discutere di candidati, è stato (ed è) l’individuazione di un programma politico-amministrativo che nasca da un’approfondita analisi dei bisogni delle persone, dei gruppi, delle categorie, che vivono e lavorano in questa città.
In questi cinque anni i cittadini hanno potuto rendersi conto della mancanza di capacità e progettualità o anche solo della ”cattiva pratica “ amministrativa del Sindaco Destro e dei suoi Assessori.
Padova merita un governo migliore di quello che si è dato con la Giunta Destro, e tuttavia non è sufficiente accusare questa amministrazione di aver fatto poco e male: bisogna avere un progetto per la città alternativo e credibile, fondato su un concetto di “cittadinanza attiva “, da realizzare attraverso pratiche democratiche di partecipazione diffusa.
“Aprile per la sinistra “ si è impegnato perché il tema della partecipazione democratica al governo della città diventi centrale in questa campagna elettorale, proponendo il tema del
Bilancio Partecipativo“ inteso come controllo e costruzione collettiva, da parte di cittadini, associazioni, comitati, sindacati, delle linee del governo e dello sviluppo della città.

Oggi è certamente positivo che questo tema sia entrato a pieno titolo nel programma del centro -sinistra e che anzi si sia formato un gruppo di lavoro misto, tra partiti e associazioni, con il compito di precisare i contenuti di questa proposta.
Un segnale concreto dell’attuazione di questo progetto potrebbe essere l’istituzione un Assessorato alla partecipazione, dotato di adeguate risorse, e costituito da un delegato ai processi partecipativi coadiuvato da uno specifico gruppo di lavoro. La scelta di queste figure, per essere veramente coerente con i principi ispiratori e le finalità del percorso partecipativo, dovrebbe a nostro parere avvenire in modo partecipato, ad esempio all’interno di una Consulta od Assemblea Cittadina, ed essere rappresentativa della ricchezza e delle diversità presenti nella società civile padovana.

Riteniamo che ci siano altri punti altrettanto importanti, senza avere peraltro la pretesa di essere onnicomprensivi ed esaustivi.
La nostra intenzione è qui di suggerire e sollecitare la riflessione su alcuni problemi:
Welfare municipale:
Deve essere fondato sulla centralità del servizio pubblico, sulla collaborazione programmata del privato sociale, secondo criteri di trasparenza e qualità, e finanziato secondo un principio di fiscalità solidale. Occorre guardare ai nuovi bisogni e quindi alla nuova domanda che i cittadini esprimono, in una situazione profondamente trasformata, che vede invecchiare la popolazione e crescere il numero delle persone non autosufficienti. Mentre crescono gli immigrati, le donne nel mercato del lavoro, le precarietà, il disagio provocato da ritmi o stili di vita stressanti, nuove povertà: con tutte le conseguenze in termini di “nuova domanda sociale”.
L’aumento delle patologie croniche e degli incidenti, nel lavoro ma anche stradali, segnala l’esigenza di investire molto di più nella prevenzione e nella riabilitazione, nel territorio e a domicilio.
Un welfare municipale non è solo assistenza ma anche politiche di inclusione e valorizzazione sociale, di autogestione del tempo e dei luoghi della “cittadinanza attiva”. Questo vuol dire riscrivere anche le politiche urbane (con i contratti di quartiere e di frazione, le scelte sugli orari, sui trasporti, l’eliminazione delle barriere architettoniche, ecc.).

Lavoro:
Tra le tante azioni possibili, che immaginiamo saranno indicate dal Sindacato, segnaliamo la necessità di politiche municipali a sostegno dei giovani precari che popolano il flessibile e insicuro mercato del lavoro cittadino (reso ancora più precario dalla Legge 30) e delle donne che reclamano pari opportunità e nuove politiche per conciliare il lavoro con i tempi di vita.

Immigrazione:
Deve essere attivata per gli immigrati una politica volta al riconoscimento ed all’esercizio dei fondamentali diritti di cittadinanza (sociali, con particolare attenzione alla questione abitativa, civili e politici, compreso quello al voto). Sull’affermazione dei diritti dei migranti si misura la capacità di fare della città il luogo in cui ogni persona che vi abita ha, senza discriminazione alcuna, pari opportunità e pari diritti.

Ambiente e territorio:
L’organizzazione della vita in città risente pesantemente del traffico, dell’incuria, di uno spazio pubblico non pensato a misura dei cittadini ma solo come tramite per attività produttivo –commerciali. Questa amministrazione ha saputo solo riprendere, in ritardo e in modo peggiorativo, il progetto di tram della precedente giunta. Bisogna fare di più: devono essere riconosciuti ed esercitati “I diritti urbani” delle persone che vivono in città, secondo quanto proposto, ad esempio, dalla Rete degli Architetti Urbanisti “Città Amica”, nel Convegno del 6 febbraio scorso, organizzato anche dai Circoli di Aprile.

Oltre al pane però “chiediamo anche le rose”, oltre all’impegno su questioni concrete e di grande importanza per le condizioni di vita materiali, ci attendiamo da una futura amministrazione di Centro Sinistra un grande sforzo “ideale”. E’ necessaria un’anima a questa città, e questa si conquista solo avendo profonde idealità a cui ispirarsi e intelligenze vive che la interpretino

Proponiamo, inoltre, tre tematiche su cui lavorare nei prossimi anni:

La Pace nel mondo e la solidarietà internazionale: questo tema ha visto anche nella nostra città la presenza straordinaria di un movimento che, partendo dal rifiuto della guerra in Iraq, ha fatto germogliare l ’idea che “un altro mondo è possibile”. A Padova è possibile dare una risposta “istituzionale” a questo grande movimento, accogliendo proposte, che sono state avanzate anche da “Assopace”:
- uno Statuto Comunale che inserisca il tema della pace e il rifiuto della guerra come strumento per la soluzione di qualsivoglia controversia internazionale;
- l’Ufficio Pace e un Assessorato sui temi della Pace e della globalizzazione dal basso;
- Padova che ospita “ L’istituto internazionale di ricerca per la pace e la risoluzione dei conflitti”, in collaborazione con l’Università patavina;
- un centro per la pace e la multiculturalità, punto di incontro tra diverse culture e sensibilità in cui le associazioni possano riunirsi per convegni, dibattiti, attività culturali, ecc..

L’apertura ai soggetti portatori di una nuova cultura politica: un ruolo fondamentale pensiamo debba essere assegnato ad una partecipazione attiva delle donne e delle loro organizzazione di una città attenta ai bisogni delle persone, rispettosa delle differenze e per questo più accogliente e sicura. Pensiamo ad uno spazio istituzionale che permetta a queste “risorse” di esprimersi nella propria autonomia e di diventare promotori e soggetti attivi di cambiamento sociale.

La politica culturale: l’attuale amministrazione ha fedelmente rappresentato la sua debolezza e scarsa incisività anche nella vita culturale di questi anni. Accanto ad una politica di “grandi” eventi con una valenza prevalentemente di immagine, supportata da un inaccettabile sperpero di risorse pubbliche per consulenze del tutto ingiustificate ed improduttive, è stata attuata una pratica di polverizzazione delle risorse in moltissime iniziative prive di qualunque spessore culturale , e spesso in base a criteri meramente clientelari . Riteniamo che sul piano culturale vadano in primo luogo privilegiate le proposte e le agenzie che possono ravvivare il tessuto culturale diffuso della città, per riportare l’iniziativa sul territorio, nei quartieri, tra le persone che vivono ed operano nella nostra città. Padova deve inoltre guardare ad eventi ed iniziative aperte a quanto di meglio e più vivo viene prodotto in Italia e fuori , accettandone le sfide e accogliendone i fermenti .

Naturalmente è chiaro che un nuovo programma di governo per la città dovrà contenere, in modo armonico e coerente, le sollecitazioni, i suggerimenti e i tratti culturali di una vasta e composita coalizione, politica e sociale.

Per noi si tratta di trovare elementi programmatici che rendano particolarmente chiari i tratti di DISCONTINUITA’, rispetto sia alla pessima amministrazione cittadina della Giunta Destro, che alle passate amministrazioni di centrosinistra.
E’ del tutto evidente che la necessità di tali elementi di discontinuità è accentuata dalla candidatura a Sindaco di Flavio Zanonato.
In questo caso, proprio per dare più forza alla candidatura, tratti di forte discontinuità sono indispensabili non solo in alcuni contenuti ma anche nel metodo di governo.
Per questo, Aprile per la Sinistra – senza entrare nel dettaglio della discussione sugli uomini e sulle donne che, auspicabilmente, faranno parte della nuova amministrazione cittadina, considera essenziale che anche nella composizione della “squadra di governo della città”, siano riscontrabili e visibili i tratti di “rottura con il passato” e di apertura alle forze e alle sollecitazioni emerse a Padova, rappresentate anche da quel vasto movimento di cittadini, di associazioni, di comitati e di forze sociali che, dentro e fuori dei partiti, si è impegnato in questi anni per una “città diversa”.

Padova, 16 marzo 2004

Aprile per la Sinistra di Padova

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