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(16 Luglio 2011)
Nelle settimane scorse a Perugia sono stati arrestati tre cittadini libici nel corso di una operazione "antiterrorismo", uno di loro è anche il rappresentante della Lega degli Studenti Libici in Italia. Ma di quali gravi “crimini” si sarebbero macchiati i tre studenti libici? Nessuno, si tratta infatti di “arresti preventivi", uno di loro ebbe il coraggio di farsi intervistare da una emittente televisiva locale, dicendo la sua verità su quanto accade nel suo Paese.
Tra i "reati scopo" ipotizzati vi sarebbe stata la intenzione di riappropiarsi dell’Ambasciata libica in Italia (attualmente abusivamente occupata dai "ribelli" filo Nato), altra grave responsabilità sarebbe poi il voler organizzare presso una sede universitaria una conferenza di contro-informazione sulla reale situazione in Libia.
Ai tre libici (tra i quali un ricercatore che svolge il dottorato di ricerche presso la facoltà di Scienze Politiche a Pisa) non si contestano reati materiali, la loro colpa è quella di essere stati in prima fila nelle proteste contro i bombardamenti sulla Libia e di aver condannato come imperialistica l’ingerenza della NATO negli affari interni del loro paese, smentendo anche con documentazione e video le notizie di "genocidio" che la propaganda addossava alle forze leali a Gheddafi.
E' evidente che il Governo Berlusconi dopo aver fatto affari con la Libia di Gheddafi e con innumerevoli altri paesi (vedi gli osceni accordi per il contenimento e la deportazione dei migranti, causa di sofferenze e di morte per centinaia di persone) oggi sostiene gli interessi USA e delle multinazionali del petrolio che vogliono mettere le mani sui giacimenti libici, solo per coltivare la illusione di una credibilità internazionale affossata tra scandali, corruzione e barzellette. L'Italia spera così, ipocritamente, di ottenre dalla guerra di aggressione al popolo libico qualche concessione dai vincitori, in particolare per lo sfruttamento delle risorse energetiche di quel Paese.
L'arresto preventivo dei tre cittadini libici ricorda altri arresti di migranti, come quelli avvenuti a Bologna: a detta degli inquirenti stavano preparando attentati alle chiese, salvo poi scoprire (dopo mesi di ingiusta e mai risarcita detenzione) la loro totale estraneità ai fatti contestati.
Il governo italiano, con questi arresti di chiaro stampo politico a cui si è prestata la Magistratura e le forze di Polizia, cerca di impedire ai cittadini libici il loro legittimo diritto di protestare contro l’ennesima aggressione coloniale; un uso arbitrario della giustizia che ai riflettori mediatici fa seguire lunga carcerazione preventiva.
Mentre i tre sfortunati restano senza motivo in carcere, i nostri aerei e le nostre basi forniscono supporto e partecipano alla distruzione del loro Paese, causando sofferenze e vittime nella popolazione civile. Per questo chiediamo la immediata libertà dei tre libici arrestati e la fine di ogni appoggio a questa ennessima guerra di aggressione.
Per adesioni scrivere a: liberta.peritre@gmail.com indicando i propri dati personali
PRIMI FIRMATARI:
Adriano Ascoli (Zone del Silenzio)
Federico Giusti (Delegato RSU Comune Pisa)
Marcello Di Pietro (Gruppo Anarchico Kronstadt)
Cesare Ascoli (Biofisico, rete NO Hub)
Donatella Petracchi (Ricercatrice pensionata CNR, No Hub Pisa)
Andrea Montella (PRC Tognetti)
Salvatore Bonavoglia (Esecutivo Naz.le COBAS Pubblico Impiego)
Tiziana Petrocelli (CAF-COBAS)
Olivia Curzio (Opera Nomadi Pisa)
Sara Cozzani (Opera Nomadi)
Andrea Venturi (Ass. Italia-Cuba)
Marco Chiletti (Contadino)
Giovanni Bruno (Insegnante, COBAS Scuola)
Stefano Carlesi (Laureando, Università di Pisa)
Paolo Barrucci (Docente Università di Firenze)
Mirko Frosini (Tecnico Informatico)
Sandro Giuliani (licenziato FS Rm)
Laura Saredo Parodi (Impiegata)
Alessia Scuderi
Antonio Luigi Cannoletta (Pensionato)
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