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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

Celebrata ieri la 61ª giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

(10 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

La 61ª edizione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro si è celebrata ieri a poche ore dal tragico incidente accaduto a Barletta e, proprio alla luce delle gravi tragedie verificatesi negli ultimi tempi e allo stillicidio quotidiano di morti “solitari” e sconosciuti perché non rappresentano una notizia, vogliamo oggi unirci in un corale “Basta al lavoro insicuro: queste morti sono simbolo di un lavoro che non vogliamo!”.
L’ANMIL ha celebrato in tutta Italia una Giornata che è stata istituzionalizzata nel 1998, su richiesta della nostra Associazione, con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri e che vede con orgoglio l’impegno e l’attenzione costanti del Capo dello Stato.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con i Patrocini del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Segretariato Sociale RAI con la Campagna di sensibilizzazione, sono state coinvolte oltre 100.000 persone in tutta Italia.
Purtroppo nel nostro Paese ogni giorno continuano a morire 3 persone sul lavoro e si verificano in media oltre 2.000 incidenti; inoltre in un anno circa 30.000 vittime rimangono permanentemente invalide, per un totale di 775.374 infortuni accaduti nel 2010, con una lieve diminuzione degli infortuni tra il 2009 e il 2010 soprattutto per quanto riguarda quelli ‘in itinere’. Il tutto, peraltro, non tiene minimamente conto dello sconfortante numero di casi per malattie professionali: una realtà di cui si parla raramente, nonostante nel 2010 si sia verificato un incremento delle denunce del 22%, dalle 34.750 del 2009 alle 42.350 dell’anno successivo. Cifre che testimoniano la persistente gravità di un fenomeno che resta una delle principali problematiche del nostro paese, comportando una spesa complessiva di oltre 35 miliardi di euro l’anno.
Quel che l’ANMIL chiede è dunque un’azione determinata a far applicare le norme antinfortunistiche e un maggior impegno in termini di formazione dei lavoratori. Ma ancor più reclamiamo che si metta fine all’inadeguata tutela prevista per le vittime del lavoro, familiari compresi, nonostante l’INAIL nel solo 2010 abbia rendicontato un avanzo di 1,39 miliardi di euro.

10-10-2011

Valentina Valentini
DirittiDistorti

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