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La sporca guerra e le coscienze sporche

Editoriale di Radio Città Aperta

(16 Aprile 2004)

L’uccisione di uno dei quattro “soldati di ventura” italiani sequestrati in Iraq, è uno di quegli avvenimenti rivelatori di una realtà poco pulita che merita considerazioni chiare.

Fabrizio Quattrocchi non era un “fornaio” come riferiscono alcuni giornali e telegiornali. La panetteria di famiglia dove aveva lavorato era stata venduta diversi anni fa. Sarebbe come dire che Berlusconi è un solo un dirigente della Mediaset. “Fabrizio era un professionista, non si sarebbe mai lasciato catturare così. Provenivamo tutti dai corpi speciali ed una volta usciti dall’esercito per noi non c’è più lavoro” dicono i suoi colleghi della IBSA, una società italiana che lavora nel settore sicurezza e che era presente in Iraq per conto della società americana DTS security.

Se corrisponde al vero il modo con cui sarebbe morto “mostrando il volto al nemico” ed affermando “ti faccio vedere come muore un italiano”, è evidente come questo difficilmente sarebbe l’atteggiamento di un “lavoratore normale” di fronte alla minaccia di morte, piuttosto è l’atteggiamento di chi ha una mentalità militare e se ne porta con se tutti i codici, discutibili o meno.

La comprensione, il dolore e le condoglianze possono andare solo ai suoi familiari. Loro non hanno e non si sono assunti alcuna responsabilità in questa sporca guerra.

In secondo luogo, sta emergendo in tutta la sua perversa gravità, la doppia morale della strategia della fermezza declamata a gran voce dai partiti di governo e di una parte dell’opposizione. I custodi del rifiuto di ogni trattativa si trovano ora nella bufera perché è emerso che per due agenti del SISMI, sequestrati alcuni giorni fa in Iraq, la trattativa c’è stata eccome ed ha portato alla loro liberazione in tempi rapidi.

Il governo dunque è responsabile di menzogne multiple e ripetute:

1) aveva negato che ci fossero degli italiani sequestrati ed invece c’erano due agenti del SISMI sequestrati. Erano quelli visti dal giornalista della Reuter e che il governo ha ripetutamente negato che esistessero

2) Ha negato la scelta della trattativa nel caso dei quattro mercenari sequestrati martedì ed invece ha trattato per liberare i “suoi” uomini dei “suoi” servizi segreti

3) Il governo continua ad essere reticente sulla presenza in Iraq di mercenari italiani in gran parte provenienti dai corpi speciali e assoldati da compagnie private americane o italiane

4) Il governo continua a negare che l’Italia ed il contingente militare siano impegnati in una guerra, mentre tutto il mondo può verificare che in Iraq c’è una guerra e che l’Italia partecipa attivamente al conflitto e all’occupazione dell’Iraq.

Ma la coscienza sporca, dobbiamo essere onesti, non ce l’ha solo il governo. Il tentativo di inciucio bipartizan messo in piedi da Rutelli, Fassino, Boselli, Del Turco all’insegna della fermezza e dell’unità nazionale, si è rivelato ambiguo e fugace. Era ai suoi esordi quando la vicenda dell’uccisione di Fabrizio Quattrocchi e delle trattative avvenute per i due agenti del SISMI, ha rivelato la doppiezza morale del governo.

Questo governo deve dare le dimissioni. E’ un governo di mentitori che sta trascinando il paese in una guerra devastante che verrà combattuta a tutto campo (come dimostrano i fatti di Madrid), esponendoci tutti alle conseguenze di una guerra che non abbiamo voluto, contro la quale ci siamo battuti e ci stiamo battendo. E’ urgente che le truppe, le imprese e i mercenari italiani facciano le valigie e se ne vadano dall’Iraq ora, subito, adesso. E se l’Ulivo non è disposto a battersi per questo, cominci a preparare anch’esso le valigie perché anche di loro, come del governo, non possiamo più fidarci.

Radio Città Aperta

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