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Fiat voluntas Usa

Fiat voluntas Usa

(24 Settembre 2012) Enzo Apicella
Nel suo discorso all'Unione Industriale di Torino Marchionne addossa le colpe della crisi Fiat all'Italia che non si libera dalle zavorre.

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FIAT - soluzione finale

(27 Novembre 2011)

Come battesimo per il nuovo governo Monti, e come era stato ampiamente previsto da chiunque fosse in buona fede FIAT ha dato applicazione al contratto unico entrato in vigore in anteprima a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco in tutti gli stabilimenti del settore auto (FIAT S.p.A.), e seguirà a breve nel settore industriale (FIAT INDUSTRIAL).

Questo significa che per gli oltre 80.000 dipendenti FIAT dal primo gennaio 2012 non esiste più il contratto nazionale e che non esiste più nessun contenuto applicato frutto della contrattazione collettiva in sede aziendale.

Esiste solo il contratto costruito dalla FIAT e sottoscritto da sindacati complici.

Siamo quindi in presenza di una modifica radicale delle relazioni sindacali, uno stravolgimento e che costruisce di fatto il dominio pressoché assoluto sulla prestazione lavorativa.

I lavoratori sono nei fatti senza difese sia individualmente sia come soggetto collettivo.

È bene, anche perché vi sarà una pletora di imitatori, ricordare i punti qualificanti dell'accordo:

* 120 ore di straordinario non contrattate;
* estensione dei 18 turni in base alle esigenze aziendali;
* 10 minuti in meno di pausa;
* introduzione del World Class Manufacturing e dell'ERGO-UAS, procedure di "ottimizzazione" del lavoro che di fatto implicano la totale sudditanza dei lavoratori alla macchina e al ciclo produttivo, implementazione del Taylorismo che si può definire ipertaylorismo con ulteriore aumento dell'intensità dello sfruttamento;
* nei cosiddetti picchi di assenteismo l'azienda si riserva di non pagare la propria quota di malattia;
* la rappresentanza e affidata alle RSA (rappresentanze sindacali aziendali) nominate dai sindacati;
* sanzioni a carico dei sindacati e dei lavoratori che violano l'accordo;
* l'esclusione dei sindacati non firmatari dell'accordo dall'azienda;
* la disdetta del CCNL produce tra l'altro il non utilizzo: dei permessi sindacali, delle ore di assemblea, della riscossione attraverso la busta paga delle trattenute (deleghe) sindacali per i sindacati non firmatari dell'accordo FIAT; quindi la non agibilità negli stabilimenti.

Pare così raggiunto l'obiettivo di mettere fuori dai giochi la FIOM, obiettivo non secondario nel processo di ristrutturazione della FIAT in atto: in tutta Europa oltre a chiusure e riorganizzazioni di stabilimenti si assiste all'importazione del modello di relazioni americano e si sta assistendo ad una vera e propria americanizzazione dei rapporti di produzione, basata sull'aziendalismo e sul corporativismo.

La risposta che si saprà dare, costruita con tutta la difficoltà della minore agibilità, oltre che del sempre più forte ricatto occupazionale, non potrà che dipendere dal sostegno e dalla presa in carico di tutte le forme sindacali, organizzate e autorganizzate, dei lavoratori, a partire dallo sciopero di otto ore proclamato dalla categoria dei metalmeccanici.

24 novembre 2011

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

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