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Le impossibili simmetrie dell’orrore

Editoriale di Radio Città Aperta del 18.05.2004

(19 Maggio 2004)


E’ quantomeno vergognoso, oltre che grottesco, il tentativo dell’apparato Mediaset e dei giornali della destra di governo, di costruire una sorta di simmetria dell’orrore tra le fotografie delle torture inflitte ai prigionieri iracheni e il video della decapitazione dell’ostaggio statunitense Nicholas Berg. La crociata dei vari Capuozzo, Liguori, Ferrara, vorrebbe rivelarsi utile a sostenere la legittimità dell’occupazione militare dell’Iraq che coinvolge anche i soldati italiani. La morte dell’ennesimo militare italiano, conferma che lì c’è una guerra tra occupanti ed occupati e che l’Italia sta nell’alleanza sbagliata. Sotto botta per alcuni giorni a causa della denuncia delle torture, gli opinionisti dell’armata “goebelsiana-mediasettica” arruolatasi con le truppe della coalizione, hanno visto nel video della decapitazione del giovane Berg l’occasione per una rivincita. Hanno sfruttato la morbosa attenzione provocata dal divieto di trasmettere il video con la decapitazione per trasmetterla nelle loro televisioni e spararla a colori sui loro giornali. Hanno aperto le loro pagine e i loro telegiornali dando come prima notizia che le foto dei soldati inglesi impegnati ad abusare dei prigionieri pubblicate dal Daily Mirror erano false. Non solo, hanno aperto un fuoco di fila contro gli esponenti del giornalismo che continuano ad intralciare la loro occupazione di tutto lo scenario massmediatico.

Ma costoro si stanno infilando in buco nero dal quale uscire indenni sul piano morale e professionale non sarà facilissimo. Basterebbero poche domande per far crollare l’artificiosa simmetria dell’orrore costruita in questi giorni. Ad esempio, quelli sulle fotografie del Daily Mirror, sono soldati inglesi o no? Se quelle foto non sono state scattate in Iraq, dove sono state scattate le fotografie che mostrano indubbiamente dei soldati inglesi che abusano dei prigionieri? Forse che le torture fatte in Afganistan sono meno gravi delle torture inflitte in Iraq?

Ed ancora: la barbara uccisione di Nicholas Berg non ha convinto neanche i suoi genitori. Basta cercare sulla rete per trovare decine di articoli che forniscono indizi utili ad una ricostruzione di questa vicenda che demolisce quella ufficiale fornita dalle autorità statunitensi. “Un video è una prova” diranno molti, ma anche quel video induce a credere cose diverse da quella denunciate dai vari Capuozzo, Liguori, Ferrara. Ad esempio il fatto che Nicholas Berg indossi la stessa tuta arancione che gli americani fanno indossare ai “loro” prigionieri nel lager di Guantanamo o in quello di Abu Grahib; il fatto che i sequestratori abbiano sempre reso noti i loro sequestri ed i nomi degli ostaggi e nel caso di Berg no; che abbiano sempre utilizzato delle videocassette ed in questo caso no; che abbiano sempre avanzato delle richieste di scambio ed in questo caso no; che l’uomo che legge la condanna di Berg non abbia affatto un accento giordano come dichiarato dalla “intelligence” USA.

Ci sarebbero poi tutte le stranezze venute fuori sull’arresto di Nicholas Berg da parte della polizia collaborazionista irachena, delle tre visite della FBI nel carcere dove era tenuto Berg, del fatto che la polizia irachena smentisca di averlo arrestato mentre l’ambasciata USA e due ufficiali americani dicono di si. Si potrebbe parlare della stranezza rappresentata dal fatto che Berg era finito nel mirino della FBI per l’11 settembre ma poi scagionato, che arrivi in Iraq a dicembre per tornare negli USA a febbraio per poi tornare in Iraq a marzo…per vendere antenne. Insomma le cose che non quadrano sono troppe e solo un giornalismo di regime come quello dominante in Italia si può rifiutare di prenderle in esame seriamente. Probabilmente Nicholas Berg è stato “usato” come vittima sacrificale della guerra mediatica in corso intorno a quella militare in Iraq. Di gente strana, di mercenari e corpi paramilitari separati e non regolari, come abbiamo visto, in Iraq ne girano fin troppi. Rimediarne cinque di questi, con meno scrupoli di altri o con un senso della “ragion di stato” portata all’eccesso come la storia segreta dei governi statunitensi ci ha insegnato, non è affatto impossibile. Anzi, è tornata utile al momento giusto, nel tentativo estremo, ma disperato ed orribile, di costruire una simmetria dell’orrore che legittimi l’orrore più grande: la guerra.

Per questo prima se ne vanno i soldati, le imprese e i mercenari italiani dall’Iraq …meglio è per tutti.

Radio Città Aperta (Roma)

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