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Mercato del lavoro, precarieta’, articolo 18: dopo la grecia, la spagna e il portogallo tocca all’italia!

...con il consenso di cgil, cisl, uil e ugl

(13 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in confederazione.usb.it

Mercato del lavoro, precarieta’, articolo 18: dopo la grecia, la spagna e il portogallo tocca all’italia! ...con il consenso di cgil, cisl, uil e ugl

foto: confederazione.usb.it

Nazionale – lunedì, 13 febbraio 2012 Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulle intenzioni del Governo Monti, uomo di punta delle politiche dell’Unione Europea, in merito alla definitiva cancellazione dei diritti nei luoghi di lavoro e sulle forme di impiego, basta guardare cosa è accaduto nella scorsa settimana in Spagna, in Portogallo, in Grecia.

In tutti i Paesi dell’Unione Europea è in corso una spietata corsa alla cancellazione dei diritti del lavoro e sul lavoro. Dopo aver bloccato salari, tagliato pensioni, impedito rinnovi contrattuali, aumentato l’orario di lavoro a parità di salario, chiuso impianti produttivi e licenziato centinaia di migliaia di persone, privatizzato beni comuni per rispondere alla crisi facendola pagare ai lavoratori, ora si procede nelle trasformazioni del sistema contrattuale e dei diritti nei luoghi di lavoro che nulla hanno a che vedere con la crisi.

E’ IN CORSO LA VENDETTA DEL CAPITALE CHE CERCA DI ANNULLARE LE CONQUISTE CHE I LAVORATORI EUROPEI HANNO OTTENUTO CON DECENNI DI LOTTE E DI SCIOPERI

Non solo l’articolo 18, assurto a simbolo della resistenza a queste scelte nonostante sia applicabile solo ad una parte non maggioritaria del mondo del lavoro, ma le tutele e i diritti che vengono dipinti come privilegi e che invece sono il risultato delle lotte condotte per strappare migliori condizioni di lavoro e di vita.

Non stupisce leggere che a fronte della volontà del governo di peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro, ad esempio introducendo un periodo di prova di ben tre anni per chiunque venga assunto e durante i quali non vi sia alcun diritto o garanzia, la risposta dei sindacati concertativi – tutti, anche la Camusso, come ci spiega “la Repubblica”, diano il proprio assenso.

E’ da oltre 20 anni che queste organizzazioni consentono continue riorganizzazioni produttive, contrattuali e salariali. Lo dice la cancellazione della scala mobile, l’introduzione dei fondi pensione, la moderazione salariale, fino all’accordo del 28 giugno con cui si seppellisce di fatto il Contratto nazionale.

BASTA CEDIMENTI - BASTA COMPROMESSI
LA GRECIA DIMOSTRA CHE LA BELVA E’ SEMPRE AFFAMATA E NON SI FERMA
FIN QUANDO NON HA COMPLETAMENTE SPOLPATO L’OSSO
RIFIUTIAMOCI DI MORIRE PER L’UNIONE EUROPEA

USB Unione Sindacale di Base

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