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I Prigionieri Palestinesi

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(11 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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FARC-EP: 40 anni di lotta per la pace, la sovranita' e la giustizia sociale

(28 Maggio 2004)

40 anni fa a Marquetalia, nel dipartimento del Tolima, 16.000 soldati dettero inizio ad un'offensiva contro 48 contadini che, obbligati da quella circostanza, impugnarono le armi per difendersi dall'aggressione dando luogo alla nascita delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Queste, diventate oggi Esercito del Popolo, si sono erette come una vera alternativa popolare di potere.

Dal 27 maggio del 1964, le FARC-EP non hanno smesso di lottare nemmeno un istante con i maggiori decisione ed ottimismo rivoluzionari, in difesa degli interessi più sentiti del nostro popolo e, in primo luogo, alla ricerca di soluzioni politiche dello scontro militare e delle disuguaglianze sociali che lo alimentano.

Proprio 20 anni fa, a La Uribe, nel dipartimento del Meta, davamo inizio ad un processo di Cessate il Fuoco e di Tregua che avrebbe dovuto culminare nella firma di un Trattato di Pace, stabile e duraturo; tale non è stato a causa di quella visione miope e non realista dell'oligarchia, che esige la fine dello scontro con l'insorgenza rivoluzionaria senza favorire cambiamenti di fondo nella struttura economica e sociale del paese, né trasformazioni sostanziali nelle regole del gioco politico e della concezione sul ruolo dello Stato nei confronti della società. Ciò nonostante, quello fu un processo trascendentale che aprì nuovi orizzonti alle possibilità di raggiungere accordi mediante vie essenzialmente politiche e non cruente.

Come superare le conseguenze di una strategia oligarchica, che negli ultimi 58 anni ha scatenato una sanguinosa orgia che ha spazzato via col piombo l'opposizione politica, la dirigenza sindacale e popolare delle diverse comunità e migliaia di compatrioti che manifestavano semplicemente la propria insoddisfazione nei confronti delle decisioni del regime?

Dal pulpito delle più alte sfere ufficiali sono stati seminati intolleranza politica ed odio, cosa che fa l'attuale presidente quando dice: "chi non è con me è contro di me!"

A causa dell'accusa che taccia di "sovversivo", "comunista" o "terrorista" chiunque si opponga alla politica ufficiale, oltre il 90% dei colombiani ha corso il rischio di essere assassinato, fatto sparire, torturato o privato dei propri beni e terre dall'azione diretta della forza pubblica in divisa o in borghese, o di quella paramilitare, che impongono il terrore alla popolazione in nome delle istituzioni "legittimamente" costituite. Per questa ragione cresce incessantemente il numero dei compatrioti sfollati verso le periferie urbane di miseria, così come verso l'estero.

Queste vigliaccate, che sono state il pane quotidiano dei colombiani dal 1946 ai giorni nostri, mirano a generare un ambiente privo di opposizione al fine d'imporre comodamente quelle misure economiche e sociali a beneficio delle più potenti imprese transnazionali, di un piccolo gruppo di colombiani ricchi e dei corrotti che si mettono in tasca il denaro pubblico.

Per colpa dell'oligarchia il paese è sempre più incatenato all'ALCA, che beneficerà il capitale nordamericano e pochi colombiani ma che porterà la miseria a milioni di compatrioti. Per colpa dei grandi allevatori di Fedegan le terre fertili vengono concentrate sempre più in poche mani, mentre la spoliazione e lo sfollamento dei contadini poveri continuano. Per colpa dei ricchi la sanità e l'educazione hanno smesso di essere un dovere dello Stato per diventare torbidi affari del capitale privato. Le telecomunicazioni, una volta patrimonio di tutti i colombiani, sono state squartate e gettate in pasto alla voracità della concorrenza con transnazionali che premono per privatizzarle, processo simile a quello di ECOPETROL che ha visto la liquidazione dell'impresa, come bene collettivo di tutti i colombiani, e la svendita delle ricchezze del nostro sottosuolo alle grandi compagnie internazionali petrolifere. E' un processo di privatizzazione che ingloba anche le imprese dei servizi pubblici, rispetto ai quali le tariffe della luce, dell'acqua e della raccolta rifiuti vengono lasciate nelle mani del capitale privato speculatore, cosa che è avvenuta pure nel caso della rete viaria nazionale e dei trasporti pubblici.

Ci hanno minacciato con nuove riforme economiche di ridurre le pensioni ai più poveri, di estendere l'IVA ai beni di prima necessità e di aumentarla di altri punti affinché ricchi e poveri paghino tasse uguali. Per giunta, i privilegi della casta militare aumenteranno ancora una volta, come se non ne avessero già abbastanza con gli affari che gli fornisce la guerra.

Come forma di garantire l'imposizione di tutta questa politica neoliberista, rafforzano l'apparato bellico dello Stato: legislazione di guerra, spesa per la guerra, trattamento del dissenso sociale come fatto di guerra, mezzi di comunicazione funzionanti in base agli spartiti del dipartimento 5 delle forze armate, funzioni di polizia giudiziaria per i militari equivalenti ad impunità totale perché siamo in guerra, procura generale della nazione e corte suprema di giustizia agli ordini dell'esecutivo e del generalato, Congresso nazionale che mangia nella mano del Presidente, questi ed i parlamentari che mettono in piedi una farsa a Tierralta e tutti al lavoro nella formazione del nuovo Partito Uribista, mentre si spartiscono i businnes dello Stato, i ministeri e le ambasciate, ed organizzano la nuova campagna elettoralista rielezionista.

40 anni fa erano i tempi della Dottrina della Sicurezza Nazionale, dello Stato d'Assedio e del Plan LASO, pensato, disegnato, finanziato e diretto dal Pentagono nordamericano, giacché come tutti ben sanno ai gringos è sempre piaciuto attizzare le guerre, ma, questo sì, lontano dal loro territorio. Oggi il pretesto per reprimere l'opposizione è il pericolo mortale del "terrorismo". Siamo in tempi di Sicurezza Democratica, di Statuto Antiterrorista e di Plan Colombia, pensato ed architettato in inglese e finanziato e diretto dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato nordamericani, ossia lo stesso cane con un altro guinzaglio. Il problema, però, è che per nostra disgrazia negli ultimi 40 anni molto sangue di colombiani è stato versato.

Ieri furono 16.000 i soldati contro Marquetalia, oggi sono 20.000 quelli che partecipano all'operazione "Patriota" contro la regione del Yarí, oltre ai 130.000 che combattono contro le FARC nel resto del paese. Anni addietro venne annunciata l'imminente liquidazione dei "fuochi banditeschi", successivamente l'imminente fine della "sovversione comunista" ed oggi la prossima morte del "terrorismo".

Esattamente come 40 anni fa nella dichiarazione dei guerriglieri di Marquetalia, possiamo affermare: "è per questo che in questa guerra partecipano contro di noi truppe, aerei, alti militari ed esperti nordamericani, è per questo che si lanciano contro di noi 16.000 uomini. E' per questo che si usa contro di noi la tattica del blocco economico, dell'accerchiamento di sterminio, degli attacchi per aria e per terra e, infine, la guerra batteriologica. E' per questo che il governo e l'imperialismo yankee usano in questa guerra contro di noi centinaia di milioni di pesos e dollari. E' per questo che i servizi segreti e di sicurezza dello Stato comprano e corrompono coscienze, uccidono, perseguitano ed incarcerano i colombiani che si alzano alla lotta solidale con noi, vittime di una crudele e disumana guerra di sterminio."

Le cause che hanno fatto sorgere questo intenso conflitto sono essenzialmente le stesse di 40 anni fa, attualmente complementate dall'indignante Trattato di Estradizione e dalle discussioni ed approvazioni nel Congresso nordamericano di ulteriori contingenti militari gringos nel nostro territorio, nel tentativo di umiliare il paese così come stanno attualmente facendo in Iraq, il tutto alimentato dalla concezione fascista e dalla megalomania che caratterizzano tanto Alvaro Uribe quanto il suo mentore, Gorge W. Bush.

Nel compiere 40 anni di lotta, chiamiamo tutti i colombiani amanti della convivenza a lavorare per costruire un nuovo governo che dia priorità alla soluzione politica della crisi nazionale ed al riscatto della nostra oltraggiata sovranità nazionale; li chiamiamo a continuare a rafforzare la lotta clandestina, per le rivendicazioni sociali e politiche del nostro popolo, con il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia; li invitiamo a portare avanti lo sforzo per lo Scambio dei prigionieri di guerra, per il quale continuiamo ad essere pienamente disponibili.

Invitiamo tutto il movimento guerrigliero rivoluzionario, le forze di sinistra ed il movimento popolare democratico e progressista a lavorare per l'unità contro il mostro fascista che avanza sulla Colombia, ad essere solidali con le lotte dei lavoratori che difendono i loro diritti, a lavorare per l'unità continentale contro le aggressioni dell'impero, per la solidarietà con Cuba ed il Venezuela e per il diritto alla libera autodeterminazione dei popoli.

Ricordiamo con ammirazione ed affetto i compagni scomparsi nel corso della lotta, capeggiati dai Comandanti Jacobo Arenas ed Efraín Guzmán. Salutiamo i prigionieri di guerra ed i prigionieri politici che affrontano con dignità, nelle carceri del regime, gli obbrobri con cui si pretende di piegarli. Di fronte a tutti loro ed a tutto il popolo ratifichiamo il nostro impegno inclaudicabile, la nostra ferrea decisione di lotta e la nostra profonda fiducia nel trionfo della causa bolivariana delle FARC-EP.

Montagne della Colombia, 20 maggio del 2004

SEGRETARIATO DELLO STATO MAGGIORE CENTRALE DELLE FARC-EP

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