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(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

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(La tolleranza zero)

ASGI: violazioni dei diritti umani da parte dello Stato italiano

(20 Aprile 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Dopo la morte di una cittadina straniera in attesa di rimpatrio a Trieste e il trattamento subito da due migranti sul volo che li portava in patria ASGI denuncia le gravi carenze sul piano della tutela dei diritti fondamentali nel sistema di trattenimento, espulsione e rimpatrio.

Negli ultimi giorni sono accaduti due episodi gravissimi: la morte, nel Commissariato di Villa Opicina(Trieste), di una cittadina moldava, in circostanze non ancora chiarite e trapelate a 2 giorni dai fatti. E la pubblicazione della fotografia scattata da un passeggero sul volo Roma-Tunisi che ritrae un giovane tunisino forzatamente rimpatriato e al quale le forze di polizia hanno chiuso la bocca con del nastro adesivo.

Due episodi che dovrebbero indurre il Governo Italiano a modificare urgentemente la attuale legislazione, la cui principale caratteristica è di essere di per sé priva di umanità e solidarietà e applicata porta alla costante violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Oggi è possibile trattenere per un anno e mezzo nelle carceri amministrative – strutture non soggette alle garanzie previste dall’ordinamento penitenziario e penale- delle persone solo perché prive di permesso di soggiorno. Oggi, anche a chi ha le condizioni (di lavoro, ad esempio, o di famiglia) e non è consentito di ottenere in Italia il permesso di soggiorno. Una legislazione irragionevole, che non si preoccupa dell’umanità ma solo di controllare ed espellere. Una legislazione disumana e degradante e perciò contraria alla Costituzione e alle principali Convenzioni internazionali. ASGI chiede che venga fatta piena luce sulle circostanze connesse alla tragica morte della giovane cittadina ucraina.

La vicenda pone, ancora una volta, sotto i riflettori i fatti di autolesionismo che spesso portano a troppo numerosi decessi, nel carcere, nei CIE e negli altri luoghi di trattenimento di fatto, quali caserme e strutture di polizia. ASGI chiede che vengano individuati e perseguiti i responsabili del trattamento inumano e degradante inferto al giovane Tunisino. Siamo di fronte ad una grave violazione dei diritti umani fondamentali da parte delle forze dell’ordine, che dimostra che nei luoghi dove i legali o l’opinione pubblica non può accedere, come quelli deputati alla detenzione amministrativa, si crea un terreno fertile per gli abusi e le violazioni. ASGI chiede a questo Governo di ripristinare quei principi di umanità e solidarietà che hanno informato i padri costituenti e che oggi non dobbiamo e non vogliamo dimenticare.

ASGI-Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione

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