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(Iraq occupato)

I campi di prigionia segreti gestiti dall'intelligence Usa

Il rapporto di "Human rights first" (articolo di ReporterAssociati)

(20 Giugno 2004)

E' stato presentato ieri a New York un rapporto dell'organizzazione "Human rights first" secondo il quale il governo degli Stati Uniti e il Pentagono avrebbero creato una vera e propria rete di campi di prigionia segreti nei quali sarebbero detenuti migliaia di prigionieri, in grandissima maggioranza arabi, privi non solo di uno status legale ma persino di un motivo qualsiasi che ne giustifichi la detenzione. I centri di detenzione segreti sarebbero oltre venti e si troverebbero prevalentemente in Iraq, ma anche in Afghanistan, Pakistan, Giordania, Arabia Saudita e vi sarebbero persino due vere e proprie prigioni galleggianti realizzate a bordo di due navi militari della flotta Usa.

Secondo quanto dichiarato dagli attivisti di "Human rights first", la segretezza dell'ubicazione dei campi di prigionia starebbe ad intendere che "i metodi di detenzione non appropriati e gli abusi sui prigionieri sarebbero inevitabili".

'Human rights first', è un'organizzazione americana molto seria che si batte con tutte le sue forze da anni per il rispetto dei diritti umani ovunque e da chiunque questi siano in pericolo o peggio violati.

I campi di prigionia segreti non rispettano alcuna norma internazionali in materia di trattamento dei prigionieri e tanto meno la Convenzione di Ginevra che regola il trattamento dei prigionieri di guerra, si può leggere nel rapporto "Ending secret detention" ('Porre fine alle detenzioni segrete') diffuso ieri durante una conferenza stampa a Washington. Nella stessa giornata di ieri, poi, il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld, ha ammesso pubblicamente che i militari americani tengono segretamente prigioniero un cittadino iracheno del quale non è stata rivelata né l'identità né il motivo della detenzione. L'uomo non risulta registrato tra i prigionieri "ufficiali" ristretti nella carceri dai militari Usa e la sua presenza non è mai stata denunciata al comitato internazionale della Croce Rossa.

"Gli abusi e le torture pepetrate nei campi di detenzione di Guantanamo e Abu Ghraib non possono quindi essere considerati come fatti eccezionali", ha confermato durante la conferenza stampa Deborah Pearlstein, esponente di "Human rights first". "Il governo degli Stati Uniti" ha proseguito la Pearlstein " restringe in carcere migliaia di cittadini arabi con il pretesto della lotta e la prevenzione al terrorismo internazionale".

"Ma non va dimenticato" ha concluso Deborah Pearlstein "che questi prigionieri fantasma vengono costretti all'interno di un sistema assolutamente illegale di carceri segrete situate all'estero e fuori dalla portata di qualsiasi controllo".

I campi di detenzione segreti più affollati di prigioneiri, gestiti dall'intelligence Usa e dal Pentagono, sarebbero quelli di Kohat, in Pakistan, nei pressi del confine con l'Afghanistan; in Giordania, a Al-Jafr, un centro speciale per gli interrogatori gestito direttamente dalla Cia; e sull'isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano.

Altri due centri di detenzione, vere e proprie prigioni galleggianti, sono stati indicati a bordo delle navi militari "Uss Bataan" e "Uss Peleliu". In Iraq, oltre i tristemente famosi carceri di Abu Ghraib e Camp Cropper, vicino Baghdad, vi sarebbero Camp Bucca non lontano da Bassora e altri nove centri segreti dislocati sul territorio iracheno e gestiti direttamente dal personale militare e da funzionari della Cia.

Il rapporto di "Human rights first" chiede con forza alla Casa Bianca e al Pentagono di porre immediatamente fine all'illegale pratica dei campi di detenzione segreti, ovunque questi si trovino, di comunicare immediatamente alle famiglie dei prigionieri la loro presenza nelle carceri e dove queste siano ubicate e fornire tempestivamente alla Croce Rossa internazionale l'elenco completo di tutti i detenuti imprigionati nelle carceri segrete gestite dagli americani, consentendo ai funzionari e ai medici della stessa Croce Rossa di poter assistere i detenuti secondo le regole e le leggi internazionali.

19 Giugno 2004

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