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(1 Settembre 2012)
A Novara Poste Italiane, ancora proprietà esclusiva del Ministero dell'Economia, vogliono chiudere il centro meccanizzato postale, costruito pochi anni fa e campione di efficienza e di produttività per unificare a Torino il trattamento della corrispondenza.
Ciò mentre, a livello nazionale, è prevista la chiusura di più di 1100 uffici postali minori, il ridimensionamento di altri e il taglio di 12.000 posti di lavoro fra i portalettere entro fine anno. È bene ricordare che nelle poste, dal 1998 ad oggi, si sono già persi quasi 100.000 posti di lavoro.
Per un verso, insomma, perdita di posti di lavoro e degrado delle condizioni di chi resta in servizio, per l'altro un servizio pubblico straordinariamente impoverito.
I 194 lavoratori che sono occupati nel centro novarese ovviamente non gradiscono, dal momento che si profila la perdita del posto di lavoro per molti e lo spostamento conseguente in altre sedi ed in altre funzioni. Infatti sono previsti il taglio di 99 posti di lavoro al Centro Meccanizzato Postale e quello di 30 posti di lavoro fra i postini. Non poca cosa.
C'è un presidio permanente per rendere visibile il dissenso su quanto sta avvenendo.
Oggi, primo settembre 2012, si è svolto un corteo unitario, al quale hanno partecipato tutti i sindacati presenti tra i postali novaresi.
Il corteo è partito dal centro meccanizzato di via Monte Rosa e, dopo un percorso di alcuni chilometri, è entrato nel centro cittadino, per dirigersi al municipio e poi alla cattedrale (dove i lavoratori hanno incontrato il responsabile diocesano della pastorale per il lavoro, mons. Bandera), e concludersi quindi, con gli ultimi interventi oratori, davanti alla sede centrale delle poste. Hanno sfilato circa tre o quattrocento persone.
Significativa la presenza dei Cobas PT CUB con due striscioni (quello della Federazione Locale di categoria e quello della CUB Novara), una decina di bandiere sventolanti ed un folto gruppo di militanti.
I fischietti dei postali hanno assordato i novaresi che passeggiavano al sabato mattina sotto la pioggia e sotto i portici.
Va rilevato che diversi politici locali, che si sono fatti vedere al corteo e che hanno chiesto addirittura di intervenire per accattivarsi la simpatia dei lavoratori.
Dopo gli ultimi discorsi, il corteo si è sciolto (amorevolmente assistito da un numero di poliziotti e di carabinieri inusitato a Novara in occasione di manifestazioni sindacali) e si è dato appuntamento, per i prossimi giorni, al presidio permanente: sembra si stiano programmando iniziative di contrasto più radicali.
Torino, 1 settembre 2012
Per la CUB Piemonte
Domenico Argirò e Cosimo Scarinzi
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