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Don Riccardo Seppia

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(20 Maggio 2011) Enzo Apicella
In carcere a Genova don Riccardo Seppia, accusato di acquistare cocaina che scambiava con ragazzini in cambio di prestazioni sessuali

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142 anni dopo il XX Settembre

(20 Settembre 2012)

142 anni dopo il XX settembre! Con la breccia di Porta Pia i bersaglieri entrano a Roma e si compie l'unità d'Italia con l'annessione dello Stato della Chiesa. L'ingresso è stato possibile perchè i francesi, la maggiore difesa del Papa erano in quel periodo indeboliti dalla guerra che li impegnava contro i prussiani. Nello stesso autunno 1870 si avvia il processo che avrebbe dato vita alla Comune di Parigi uno dei più grandi esperimenti rivoluzionari di autogestione della classe operaia della storia. I primi decenni dello Stato Italiano conobbero una legislazione davvero laica ed assai importante riguardante i beni appartenenti alla Chiesa e l'abolizione dei tanti privilegi di questa. Col tempo questa tendenza laica si attenuò. La politica di non expedit del Papa che si dichiarava prigioniero pesava sulle classi dirigenti che avevano bisogno dell'aiuto "politico" del clero per dare una infarinatura religiosa alla cultura "moderata" della destra e quindi al loro potere. Nel 1929 la Chiesa vinceva la sua grande partita con i Patti Lateranensi firmati da Mussolini che facevano del cattolicesimo una religione di Stato e davano vita ad una mostruosità della storia universale: la creazione di uno Stato-Chiesa dentro i confini di Roma verso la quale il Papa avrebbe continuato ad esercitare una particolare influenza. Questi Patti furono rinnovati dal governo italiano nel 1984 che assicurarono una grossa rendita finanziaria al Vaticano con l'otto per mille l'assunzione di trentamila docenti nella scuola italiana selezionati dalle Curie Vescovili una legislazione di sostegno diffusa e capillare. Si arriva financo al finanziamento pubblico dei paramenti sacri e si assumono oratori religiosi per fare proselitismo tra i giovani. Tra i tanti privilegi della Chiesa gli stipendi e le pensioni dei cappellani militari. Il Cardinale Bagnasco, per fare un esempio, ha avuto uno stipendio di Generale ed ora gode di una pensione di oltre dieci mila euro al mese. Possiamo ben dire che la Chiesa ha stravinto il suo braccio di ferro se mai c'è stato con l'Italia. L'Italia è uno Stato concordatario che non sfugge al suo rigido controllo etico e politico esercitato attraverso la CEI ed altri strumenti. La legislazione riguardante la donna, la morte, il matrimonio, i diritti civili è quella che impone il Vaticano. Uno dei pochi atti di libertà laica come la legge sullo aborto è stata svuotata di contenuto dal sabotaggio della obiezione di coscienza di medici di ospedali pubblici finanziati dallo Stato. La legge 40 che parifica l'embrione alla donna mortificandone i diritti non si riesce a smontare nonostante sentenze ripetute e la presa di posizione della Corte di Giustizia europea. Lo Stato della Chiesa è partecipe delle politiche colonialiste ed imperialiste dell'Occidente. Nonostante gli ipocriti proclami di pace del Papa che fa pellegrinaggi in Libano o altrove, la Chiesa è schierata con gli aggressori dello Afghanistan, della Libia, della Siria, dell'Iraq e nutre n el suo seno i serpenti della intolleranza e dell'odio antiislamico con le sette fondamentaliste americane che spingono verso l'odio e la guerra. Il rapporto religione-politica è in Italia morboso. Una patologia che arma un manipolo di deputati capeggiati da Fioroni contro Vendola imponendone la esclusione dalle primarie per "estraneità" culturale,. Insomma se non sei cattolico non puoi rappresentare il PD. La religione sta diventando discriminante e ragione di esclusione. Bisognerebbe denunziare unilateralmente i patti lateranensi e modificare lo articolo 7 della Costituzione. Ma per fare questo ci vorrebbe un paese sovrano guidato da una forte classe dirigente consapevole dei diritti dell'Italia. Oramai l'Italia indebolita dalla UE e occupata militarmente dagli americani conta quanto il due di briscola. Non è più niente e saremo sempre più umiliati in futuro ammesso che conosciamo ancora il sentimento della umiliazione.

Pietro Ancona

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