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(6 Ottobre 2012)
Le forze armate turche hanno nuovamente bombardato posizioni militari in territorio siriano, in risposta a un colpo di mortaio caduto in Turchia. Damasco ordina il ritiro delle proprie forze a 10 km dalla frontiera.
06.10.2012
Si continua a sparare a cavallo della frontiera turco-siriana. Dopo gli incidenti nei pressi della cittadina di Akcakale, teatro nei giorni scorsi di bombardamenti e rappresaglie che hanno provocato vittime da entrambi i lati del confine, ieri un colpo di mortaio siriano ha sfiorato (senza danni alle persone) la cittadina di Altinozu, nella provincia di Hatay, centinaia di chilometri più a ovest, non lontano dalla costa mediterranea, provocando una immediata e violenta risposta turca, con un intenso cannoneggiamento. Ankara intanto sta facendo affluire nella zona di Akcakale nuovi mezzi, soprattutto tank e missili antiaerei, probabilmente in vista di una massiccia operazione oltre la frontiera - anche se il governo afferma che l'autorizzazione allo sconfinamento armato, chiesta e ottenuta dal parlamento, ha solo un valore di "deterrente" e non significa che esistano programmi di attacco in territorio siriano. A confermare indirettamente che invece questa è la prospettiva reale, sono venute le notizie di un ritiro di parte delle forze siriane (tank e armi pesanti) ad alcuni chilometri di distanza dalla linea di confine, ritiro che sarebbe stato ordinato da Damasco per evitare un confronto diretto con i turchi; anche l'aviazione avrebbe ricevuto ordine di non spingere i voli di aerei ed elicotteri a meno di dieci chilometri dalla frontiera. Le autorità siriane non hanno comunque confermato l'esistenza di tali ordini, che di fatto comporterebbero la creazione di una zona-cuscinetto in cui i ribelli potrebbero riorganizzarsi e stabilire basi sicure.
Il Manifesto
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