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Se non le donne, chi?

Se non le donne, chi?

(11 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Non c'è onore nell'assassinio delle donne

(27 Novembre 2012)

Delitti d'onore. La societa' palestinese e' chiamata a dire basta ad una piaga che miete tante vittime ogni anno.

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L'attivista palestinese Maysoon Qawasmi

di Marta Fortunato

Betlemme, 27 novembre 2012, Nena News - Si è celebrata domenica 25 novembre la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Allarmante è la situazione delle donne palestinesi, le quali non solo vivono nel giogo dell'oppressiva occupazione militare israeliana, ma sono anche vittime della violenza della stessa società palestinese.

Una delle forme più diffuse di violenza che continua ed essere perpetrata nei Territori Palestinesi Occupati è quella che avviene all'interno dell'ambiente familiare. In particolare ancora diffusi sono gli omicidi di donne compiuti per "motivi d'onore" da padri, fratelli e mariti. Uno degli episodi più brutali di quest'anno è stata l'uccisione di Nancy Zaboun, una giovane madre che è stata sgozzata dal marito nel mercato di Betlemme per aver chiesto il divorzio.

In Palestina non esistono dati reali su questi crimini a causa della mancanza di un'agenzia governativa che raccoglie i dati. Secondo quanto riportato da Al-Haq, un'organizzazione non governativa palestinese per i diritti umani, si stima che in Cisgiordania almeno 18 donne siano state vittima di delitti d'onore tra il 2005 e il 2010. Omicidi che vengono facilitati dal fatto che in Palestina non esistono normative specifiche che riconoscono come reato la violenza domestica e sessuale contro le donne. In particolare la legge penale giordana N.16, in vigore in Cisgiordania dal 1960, definisce la violenza sessuale (stupro ed incesto) come crimine contro "l'etica e la morale pubblica", e non come un crimine contro l'integrità dell'individuo. Inoltre le leggi sugli stupri in vigore nei Territori Palestinesi Occupati distinguono tra vittime vergini e quelle non vergini ponendo pene più severe se le vittime sono vergini. Il codice penale giordano, in vigore in Cisgiordania, e quello egiziano, in vigore a Gaza, non riconoscono come reato la violenza sessuale all'interno del matrimonio.

La legge penale egiziana impone pene più severe per le donne che commettono adulterio (due anni per le donne e sei mesi per gli uomini). L'uccisione della moglie (ma non del marito) nell'atto dell'adulterio è considerato una circostanza attenuante.

Fino a poco più di un anno fa, l'articolo 40 del codice penale giordano N.16, dava pene ridotte per i crimini d'onore (chi uccideva per motivi di onore veniva punito con un massimo di sei mesi di carcere). Tuttavia, la brutale uccisione di una giovane donna di Hebron, Ayah Baradiya, per mano dello zio, avvenuta a maggio 2011, ha scioccato l'intera Cisgiordania e ha spinto molte associazioni di donne ed attivisti palestinesi a chiedere una modifica dell'articolo. Il 15 maggio 2011 il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha emendato l'articolo 340 del codice giordano N.16 aggiungendo che "non include l'uccisione di donne per questioni di onore familiare".

Un primo passo, che però non basta. Le donne in Palestina continuano ad essere discriminate dalla legge e spesso la violenza perpetrata contro di loro rimane impunita

Nena News

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