">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

[FINCANTIERI]
OGGI IL RIDIMENSIONAMENTO, DOMANI LA CHIUSURA.
LOTTIAMO PER LA DIFESA DEL CANTIERE!

(3 Gennaio 2013)

L’ennesimo accordo al ribasso siglato dalla dirigenza Fincantieri e dai sindacati collaborazionisti non fa altro che scaricare i costi della crisi della cantieristica sugli stessi lavoratori. Il piano per il cantiere stabiese prevede: ridimensionamento delle attività produttive, flessibilità dei contratti, prepensionamenti forzati al 75% della retribuzione (futuri esodati?), rinvio della fine del periodo di cassa integrazione da Dicembre a Marzo (più la commessa di una ipotetica nave fluviale, “Viking”, vagamente promessa dalla direzione ma su cui non si ha nulla di concreto).

È evidente che tutte queste misure non fanno altro che tutelare i mega profitti che, annualmente, vertici e soci Fincantieri, quest’ultimi passati sotto l’ala dell’elite padronale attraverso la Cassa di Depositi e Prestiti, si spartiscono a scapito di migliaia di lavoratori, i quali da anni vengono tenuti buoni con la prospettiva della “buona” cassa integrazione e dei tavoli (fallimentari) istituzionali. Ebbene, questo referendum non può passare!

Ma i lavoratori FINCANTIERI, quelli appartenenti al cantiere stabiese come quelli di tutti gli altri cantieri del gruppo sparsi per il Paese, nonché le migliaia di lavoratori dell’indotto, non possono limitarsi a respingere questo referendum. Condannando tutti quei traditori sindacali che hanno ancora una volta il coraggio di spacciare come grandi risultati i continui sacrifici richiesti alla classe operaia, è fondamentale far passare il chiaro e veritiero messaggio che solo la lotta dura può strappare risultati significativi.


Come Partito Comunista dei Lavoratori rivendichiamo:

-Contro la disoccupazione, la “scala mobile dell’orario di lavoro” (suddivisione tra tutti/e i/le lavoratori/trici potenziali, attualmente occupati/e o disoccupati/e, del lavoro disponibile a parità di salario);


-Un recupero su salari e pensioni attraverso l’aumento uguale per tutti i lavoratori e le lavoratrici di almeno 300 euro netti mensili;

-Un salario minimo intercategoriale di almeno 1500 euro, totalmente detassati;

-L’esproprio, senza alcun indennizzo per i padroni, delle aziende che licenziano, inquinano o sfruttano lavoro nero e la loro nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori.

2 gennaio 2013

Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione Napoli "Rosa Luxemburg"

3960