">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Bell'Italia amate sponde

Bell'Italia amate sponde

(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(La tolleranza zero)

L'emergenza Nord Africa è finita solo sulla carta

(7 Gennaio 2013)

emnordafrica

Il 31 dicembre 2012 è terminata, per il governo italiano, la cosiddetta “emergenza Nord Africa”. Una vicenda che nasce con il precedente governo e che Monti ha ereditato, ma che evidentemente risultava poco interessante da affrontare. Nel gennaio 2011 con la rivoluzione tunisina e poi nel caos della guerra libica, decine di migliaia di persone hanno tentato di raggiungere le coste italiane, soprattutto a Lampedusa. Si è ormai dimenticata l’assurda condotta del governo, i campi di raccolta e di contenimento, gli allarmi gridati a più non posso verso una Europa cinica e le lacune madornali con cui si affrontavano difficoltà sovradimensionate. Una parte consistente dei profughi è riuscita ad allontanarsi dall’Italia, un'altra, soprattutto tunisini, sono stati via via rimpatriati, molti non sono riusciti nel viaggio e le loro spoglie si trovano ora in quel cimitero a cielo aperto chiamato Mediterraneo. Poi lentamente si è iniziato a dover affrontare la questione non solo come fattore emergenziale. Le persone rimaste hanno ottenuto permessi di soggiorno per motivi umanitari rinnovati sei mesi per volta, sono state ripartite in diverse località italiane, spesso in alberghi o strutture scelte anche in base ad accordi con la protezione civile. C’è chi è stato fortunato – ad esempio in Toscana – dove si sono definiti, fra luci e ombre, programmi di inserimento, di formazione, e chi si è ritrovato ammassato in veri e propri dormitori, senza alcun tipo di prospettiva davanti. Ad oggi sono 23 mila quelli che risultano presenti in Italia ma si è giunti alla fine. Il pretesto è sempre lo stesso, non ci sono fondi. E prima di precipitare nella propria personale campagna elettorale il presidente del consiglio ha trovato la soluzione più cinica per evitare che il problema non risolto potesse realizzare una caduta di immagine. Già da mesi, associazioni del mondo antirazzista, dall’Arci e forze politiche come il Prc, chiedevano un intervento che quantomeno assicurasse un piano di intervento. La risposta è giunta a fine anno, durante le feste: l’intervento umanitario prosegue ma per due mesi. Insomma tutto cadrà sotto la responsabilità del prossimo esecutivo, come a dire “saranno problemi vostri”. In realtà molto probabilmente il nuovo governo potrà decidere se garantire una nuova proroga dei permessi, mantenendo comunque le persone nella precarietà e nell’abbandono o se definire un progetto a lungo termine verso persone che in gran parte giungono da paesi in guerra e non possono essere espulse. La seconda scelta è più impegnativa e richiede competenze, una idea diversa di accoglienza, la capacità di pensare in prospettiva. Ma sarà capace il nuovo governo di segnare tale discontinuità? Difficile se a governare resteranno le stesse logiche ciniche.

Stefano Galieni (responsabile Immigrazione Prc)

4095