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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
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Iraq: chiamata di correo

(9 Settembre 2004)

Non appena le agenzie hanno battuto la notizia del sequestro di Simona Torretta e Simona Pari, il presidente della Camera, Casini, ha dichiarato di “non voler più sentir parlare di resistenza”.

Come sempre, la lingua batte dove il dente duole.

A questa affermazione ha fatto seguito l’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra i segretari di tutte le forze politiche rappresentate in parlamento. Insomma, da Fini a Bertinotti, tutti insieme su una linea di “unità nazionale contro il terrorismo”.

In questo modo si vuole cancellare la realtà della guerra e della brutale occupazione che ne è seguita. In questo modo si occultano i nomi dei responsabili: Bush, Blair, Berlusconi. In questo modo si vuole oscurare la vera questione: la necessità del ritiro immediato di tutte le truppe di occupazione (incluse ovviamente quelle italiane) dall’Iraq.

Il sequestro delle due volontarie di “Un ponte per”, si inserisce in una serie di azioni (sequestro e uccisione di Enzo Baldoni, sequestro dei due giornalisti francesi) che stridono con gli obiettivi politici e le modalità operative della Resistenza.

Si tratta di azioni che danneggiano obiettivamente la Resistenza proprio nel momento in cui le truppe di occupazione ed il governo fantoccio di Allawi sono nel punto massimo di difficoltà in tutto il paese.

Ma si tratta anche di azioni molto sospette. Basti pensare che della tragica fine di Baldoni praticamente non sappiamo ancora niente. Mentre sui giornalisti francesi l’unica cosa certa è che gli USA si stanno adoperando in tutti i modi per impedirne il rilascio.

Infine, il sequestro di Simona Torretta e Simona Pari porta all’obiettivo risultato di allontanare potenziali solidarietà alla lotta di liberazione del popolo iracheno.

Ora i casi sono due. O siamo di fronte ad un gruppo impazzito che agisce secondo proprie logiche del tutto sganciate dal movimento popolare di liberazione, o abbiamo davanti una delle classiche operazioni di controguerriglia sporca nelle quali gli americani e i sionisti sono maestri.

Nel primo caso, nell’esprimere la nostra categorica condanna, riteniamo che oltre ad esigere la liberazione immediata, sarà lo stesso movimento di liberazione nazionale ad occuparsi in maniera adeguata di chi danneggia così gravemente la Resistenza ed i suoi sostenitori in occidente.

In questi casi, che si sono verificati in tutte le lotte di liberazione nazionale, che sono il frutto del caos militare prodotto dalla guerra, che dunque non sono riconducibili ad alcun moderno mostro denominato “terrorismo”, esiste una sola regola: l’espulsione immediata dal movimento di resistenza.

Nel secondo caso – operazione di controguerriglia messa in piedi dagli USA – saremmo di fronte al tentativo di rispondere alle difficoltà politiche (fallimento della farsa del “passaggio dei poteri”) e militari (difficoltà crescenti nel controllo del territorio, forte aumento degli attacchi della guerriglia, raggiungimento della soglia psicologica dei 1.000 morti americani) con la costruzione di un nemico inesistente – il “terrorismo cieco” – per colpire il nemico vero, la Resistenza popolare.

Se le cose stanno così, e vi sono dei forti indizi in questo senso – basti pensare al fatto che il sequestro è avvenuto nell’area maggiormente controllata e protetta dalle truppe USA della capitale irachena – allora il governo italiano deve essere chiamato in causa come complice.

A questo punto, Berlusconi, Frattini, Martino e tutto il loro governo oltre ad essere responsabili della presenza delle truppe italiane in Iraq, sarebbero anche responsabili di quanto avvenuto a Simona Torretta e Simona Pari. Ed a questo proposito, non è un pò sospetta la tempestività con la quale Nicolò Pollari, direttore del Sismi, ha parlato ieri mattina, durante un’audizione alla Camera, di “donne a rischio sequestri” in Iraq?

E’ in questo quadro che si è svolto il vergognoso summit di Palazzo Chigi.

Un vertice unitario dove i segretari dei partiti che a maggio hanno votato per il ritiro delle truppe, hanno dato la loro disponibilità ad una sacra alleanza con i vertici di un governo che ha dichiarato anche oggi, per bocca di Berlusconi, di voler rimanere in Iraq a tempo indeterminato.

Vergogna, vergogna, vergogna!!!

Le forze dell’opposizione parlamentare sono andate così in soccorso del governo Berlusconi di fatto rispondendo positivamente alla sua esplicita chiamata di correo!

Con quale faccia costoro potranno ancora presentarsi come parte del movimento pacifista? Con quale faccia potranno ancora chiedere il ritiro?

Certo, diranno che l’unione è “contro il terrorismo”. Ma il vero terrorismo è quello degli USA, che ogni giorno produce decine e centinaia di vittime civili. Nello stesso pomeriggio di ieri, in cui è avvenuto il sequestro di Simona Torretta e Simona Pari, gli americani hanno ucciso 36 persone a Sadr City e 76 persone a Falluja.

Ed è lo stesso terrorismo americano che ha incarcerato 80.000 iracheni, molti dei quali torturati (chi parla più di Abu Graib?), e che nella notte del 3 settembre ha arrestato Abdul Jabbar Al-Kubaysi, presidente dell’Alleanza Patriottica Irachena, e noto esponente della Resistenza popolare del quale non si hanno più notizie.

E’ proprio contro questo terrorismo imperialista, con la sua pretesa dispotica e totalitaria di dominare il mondo, che si batte con coraggio la Resistenza irachena.

Libertà per Simona Pari e Simona Torretta!
Libertà per Abdul Jabbar Al-Kubaysi!


8 settembre 2004

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