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E ora, avanti!!!

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(15 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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Amazon, Guangdong? No, Assia

(19 Febbraio 2013)

amazonassia

A dispetto delle retoriche che parlano di sfruttamento del lavoro solo in riferimento ai cosiddetti paesi emergenti, un'inchiesta della rete tv tedesca Ard mostra come il processo di attacco ai diritti del lavoro sia ormai un fenomeno globale.

Guardioni con simpatie neonaziste, intimidazioni nei confronti dei lavoratori migranti, licenziamenti improvvisi in base alla tendenza degli ordinativi..tutta una serie di pratiche che rimandano al classico immaginario delle relazioni industriali cinesi, ma che invece si trovano attauate proprio nel cuore della locomotiva europea.

Le intimidazioni e la sorveglianza di guardioni dalle simpatie di ultradestra (H.E.S.S. Security, nome che richiama alla memoria Rudolf Hess, stretto collaboratore del Fuhrer) non sono certo una novità, ma una modalità di controllo sulla forza-lavoro che esiste da decenni..è il capitalismo, bellezza!

L'inchiesta riguarda il periodo pre-natalizio, quando folle di disperati rimasti disoccupati si trovano di fronte alla necessità, all'obbligo di migrare per cercare lavoro. Una volta arrivati in Germania (dalla Spagna, dalla Grecia, dall'Ungheria, dalla Romania..), le brutte notizie: la paga è inferiore a quella presentata nelle offerte di lavoro, non vengono pagati i contributi, i turni sono massacranti (e soprattutto svolti in orario notturno), si dorme in camerate da 7-8 persone all'interno di veri e propri lager dove le condizioni igieniche sono fatiscenti, il cibo è pessimo e viene pagato dagli stessi lavoratori.

La copertura dell'inchiesta da parte di Repubblica, quando afferma implicitamente che la notizia va presa sul serio perchè non proveniente da Anonymous o da qualche rete no-global, evidenzia come il PdR dia più valore alla fonte che alla veridicità della notizia: e soprattutto immaginiamo che se la cosa fosse successa in Italia, non sarebbe stata coperta allo stesso modo..

Amazon era già finita sotto accusa in diversi paesi per le accuse molteplici di evasione fiscale dovute alla mancata registrazione dei profitti realizzati in ognuno dei singoli paesi dove l'azienda opera (Amazon dice di registrare tutte le vendite in un unico conto in Lussemburgo, paese dove la disciplina fiscale è notevolmente permissiva).

Ora però per Amazon si apre un terreno molto più pericoloso, quello che riguarda il modo in cui tratta i suoi dipendenti, terreno che ha portato ad altri scandali riguardo alle condizioni di lavoro dei suoi dipendenti negli Usa e in Gran Bretagna.

Ancora una volta, la Cina è molto più vicina di quello che sembra..

infoaut

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