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Resistere oggi per esistere domani

Convegno nazionale Sabato 27 Novembre a Firenze

(13 Novembre 2004)

I Comitati Iraq Libero, insieme ad altre realtà, si sono fatti promotori di un Convegno nazionale di studio e riflessione sul diritto alla resistenza oggi.

Questo convegno vuole essere un momento di riflessione e confronto, ma anche una risposta alla completa omologazione della sinistra italiana, alle teorizzazioni sulla non-violenza come dogma assoluto, all'adattamento al pensiero unico imperiale che tende sempre più a giustificare la "guerra infinita" americana dentro la prospettiva della cosiddetta "guerra di civiltà".

Il convegno si terrà sabato 27 novembre a FIRENZE nella sala del Dopolavoro Ferroviario con inizio alle ore 9,30.

Nel corso del dibattito si terranno le relazioni e gli interventi di:

Sammi Alaà, Aldo Bernardini, Giovanni Bacciardi, Andrea Catone, Luigi Cortesi, Roberto Gabriele, Ugo Giannangeli, Willi Langthaler, Alessandro Leoni, Domenico Losurdo, Roberto Massari, Leonardo Mazzei, Giancarlo Paciello, Moreno Pasquinelli, Costanzo Preve, Pietro Vangeli.

Quello che segue è il testo di convocazione del convegno

RESISTERE OGGI PER ESISTERE DOMANI

Ragioni e orizzonti del sostegno alla lotta del popolo iracheno per la libertà e l’autodeterminazione

Mentre in Iraq la Resistenza popolare ha liberato ampie zone del paese ed ha impedito la stabilizzazione voluta dagli occupanti, disvelando agli occhi di tutti il carattere imperialista dell’aggressione iniziata nel marzo 2003, in buona parte dell’occidente il pensiero unico del totalitarismo americano riesce ancora ad imporre i suoi dogmi.

Clamoroso e particolarmente grave è il caso dell’Italia, dove il governo Berlusconi, “il più fedele alleato degli USA”, ha incassato una riedizione dell’unità nazionale, ottenendo dall’opposizione parlamentare la sostanziale subordinazione della richiesta del ritiro delle truppe alla cosiddetta “lotta al terrorismo”.

Ed è proprio l’equazione resistenza=terrorismo, accompagnata dal dogma della non violenza assoluta – cioè, in concreto, la negazione del diritto a resistere in condizioni di occupazione militare – il fondamento di uno scivolamento opportunistico che rischia di travolgere lo stesso movimento pacifista. Ciò che è in gioco è dunque l’opposizione alla “guerra infinita” scatenata dagli Stati Uniti d’America per realizzare il loro progetto di dominio planetario, e la stessa possibilità di lottare contro ogni forma di aggressione imperialista.

Mentre l’apparato mediatico filoamericano, negando che ci sia una guerra di occupazione, nega l’esistenza di una guerra di liberazione da parte irachena, anche a sinistra c’è chi ha deciso di mettersi l’elmetto descrivendo il conflitto in corso come una lotta tra occupanti un pó brutali, ma comunque democratici e “tagliatori di teste” irrimediabilmente antidemocratici oltreché barbari.

Queste menzogne non cadono dal cielo, sono le stesse che vennero smerciate ad ogni sanguinosa avventura coloniale e imperialistica italiana: alla fine del secolo scorso in Africa orientale, in Libia nel 1911-12, in Etiopia e in Spagna nel 1936, per non parlare delle guerre mondiali. Se ieri il popolo doveva convincersi che il sangue veniva versato per strappare gli aggrediti alla barbarie, oggi deve credere che si esporta la democrazia e le guerre sono addirittura “umanitarie”. Come ai tempi di Crispi, di Giolitti, di Mussolini, gli oppositori vengono perseguitati come “sovversivi”, accusati di “intelligenza col nemico”. Ieri come oggi la guerra divora i diritti e gli spazi democratici, spiana la strada al dispotismo dei governi.

Occorre dunque, accanto ad un rinnovato sostegno alla lotta di liberazione del popolo iracheno, una risposta forte, chiara e determinata da parte di tutti coloro che ritengono fondamentale il principio del diritto dei popoli a resistere all’imperialismo ed all’oppressione. Difendere la Resistenza irachena non è solo un dovere morale, è un imperativo politico, poiché essa chiama in causa il nostro stesso diritto a resistere, a lottare, qui in Italia, contro le ingiustizie e lo sfruttamento.

Ci rivolgiamo perciò a tutte le forze che si riconoscono in questo principio e che intendono battersi per affermarlo nell’attuale contesto del nostro paese.

Dato che la risposta da costruire deve basarsi su analisi, approfondimenti e riflessioni collettive, promuoviamo un convegno nazionale per il prossimo 27 novembre.

Pensiamo che i temi da sviluppare siano:

1. Il diritto a resistere oggi, con particolare riferimento all’Iraq ed alla Palestina.

2. La centralità della lotta del popolo iracheno, prima linea della resistenza alle pretese imperiali americane. 3. Resistenza irachena e Resistenza italiana: due esperienze storiche a confronto.

4. Le imprese coloniali italiane: come vennero presentate come e da chi vennero contrastate.

5. Che cosa è realmente il terrorismo?

6. La questione della non violenza.

7. La sinistra italiana di fronte alla guerra infinita.

8. La vita quotidiana (democrazia, informazione, eccetera) nell’occidente in guerra.

9. Resistenza dei popoli del sud del mondo e lotta anticapitalista in occidente.

10. La necessità di continuare a battersi per il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq.

Promuovono:

COMITATI IRAQ LIBERO - Rivista ROSSO XXI - Rivista PRAXIS - Rivista LA MONTAGNE (già ERNESTO TOSCANO) - AMR PROGETTO COMUNISTA-SINISTRA DEL PRC - CAMPO ANTIMPERIALISTA Italia - AGINFORM - UTOPIA ROSSA - UMBRIA CONTRO LA GUERRA - Rivista RAPPORTI SOCIALI - LUPO di Osimo - ASSOCIAZIONE PELLEROSSA Cesena - ASSOCIAZIONE ITALO-ARABA ASSADAKAH Roma - CAMPO ANTIMPERIALISTA Sardegna - ANTIMPERIALISTI MARCHE - UTOPIA CONCRETA Brescia

9 NOVEMBRE 2004

COMITATI IRAQ LIBERO

Fonte

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