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ITALIAni BRUCIAno

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(21 Agosto 2012) Enzo Apicella

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La crisi dell'industria tessile nel Veneto

Interrogazione presentata da Tiziana Valpiana lunedì 14 marzo 2005 nella seduta n.601

(17 Marzo 2005)

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle attività produttive.

premesso che:

- l'industria tessile nella regione Veneto sta attraversando una crisi gravissima;

- nel Veneto tra cassaintegrati e lavoratori in mobilità, i posti a rischio nei settori del tessile, del calzaturiero e dell'occhialeria sono 11 mila 192;

- l'8 marzo 2005 si è svolto uno sciopero nazionale per chiedere aiuto al Governo e si è scelta questa data emblematica, la giornata internazionale della donna, perché nei settori in crisi è impiegata soprattutto manodopera femminile;

- esposte alla crisi sono non solo le grandi aziende, ma soprattutto le piccole e piccolissime che hanno operato nel decentramento produttivo per le grandi marche e che oggi rischiano di essere spazzate via, incapaci di riqualificarsi;

- dai dati elaborati dalle organizzazioni sindacali venete risulterebbero a Verona 857 i dipendenti in mobilità o disoccupazione ordinaria, mentre per 826 c'è la cassa integrazione, tra le aziende interessate la Frau e la Eli;

- a Vicenza le difficoltà riguardano 1858 lavoratori, tra cui dipendenti di imprese importanti quali Gmf, Forall, Ranger;

- a Padova soffre l'artigianato con 1200 sospensioni per lo più dovute alla delocalizzazione di Benetton, alle quali vanno aggiunti 564 lavoratori di aziende maggiori tra cui Frarica e Belvest;

- a Rovigo i lavoratori in mobilità sono 748 ed è prevista la cassa integrazione per altri cento;

- 1220 posti sono a rischio a Belluno (oltre alle piccole aziende dell'occhialeria e del tessile sono interessate anche la Filatura Orlandi ed Olcese);

- a Treviso le difficoltà del settore coinvolgono 818 lavoratori e tra questi ci sono anche i dipendenti di grandi aziende come Filati del Montello, Monti Nervosa uomo e San Remo;

- a Venezia ci sono 1500 persone in mobilità ed altre 500 in cassa integrazione;

- se non si interviene con la massima urgenza si rischiano di perdere ulteriori posti di lavoro e uno dei settori decisivi dell'economia del Nord Est rischia di subire danni difficilmente rimediabili;

- mentre i lavoratori delle aziende medio grandi usufruiscono della cassa integrazione e della mobilità, che comunque mette in grave crisi i bilanci delle famiglie, i lavoratori delle imprese artigiane, quando perdono il lavoro, non ricevono alcun sostegno, al massimo l'assegno di disoccupazione, assolutamente inadeguato per condurre una vita dignitosa -:

Per sapere

se il Governo sia a conoscenza di questa drammatica situazione;

quali iniziative si intendano adottare per supportare le aziende in crisi;

quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di garantire il rientro nel ciclo produttivo nelle sedi di appartenenza di tutti i lavoratori, onde evitare una riduzione dei livelli occupazionali;

se il Ministro interrogato, a fronte di una situazione di impoverimento produttivo generale, non intenda assumere le necessarie iniziative per garantire la ripresa produttiva di un settore estremamente ricettivo, e dare la giusta garanzia di occupazione ai lavoratori e la capacità produttiva del territorio;

se intenda promuovere iniziative intese a fronteggiare positivamente l'attuale situazione di crisi delle aziende ed impegnarsi per soluzioni di rilancio dell'economia, di concerto con tutte le forze e le istituzioni competenti in materia.

(4-13408)

Tiziana Valpiana

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