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(10 Maggio 2016)
Se si è costretti a forme di protesta estreme come lo sciopero della fame, ciò dimostra che siamo ancora all’anno zero per il diritto alla casa.
Siamo sempre stati contrari agli sgomberi e lo siamo ancora di più oggi.
Abbiamo sempre pensato e continuiamo a ritenere che il vero scandalo è lasciare immobili, specialmente quelli pubblici, vuoti e condannati al degrado e che si potrebbe affrontare in termini strategici la carenza di abitazioni sociali a Roma senza nuova cementificazione, attraverso il recupero e il riuso a fini abitativi del patrimonio abbandonato, in disuso e in dismissione.
Il vero crimine è riassumibile nella lancinante contraddizione di gente senza casa e case senza gente.
Regione e comune devono capire che non si risolvono i problemi riducendoli ad ordine pubblico oppure con l’emergenzialismo di interventi tampone che lasciano inalterate le contraddizioni.
Lo sciopero della fame è una forma estrema di lotta che prima e oltre ogni altra cosa merita rispetto.
Come Unione Inquilini di Roma, pertanto, esprimiamo solidarietà ai compagni di Action.
La prima cosa è ricostruire un fronte ampio, articolato e pluralista che metta assieme tutti i soggetti che vivono sulla loro pelle la sofferenza abitativa: i senza casa, gli sfrattati, il “popolo dei bandi”, che ha aspettato per anni risposte che non arrivano.
Unione Inquilini di Roma
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