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Se non le donne, chi?

Se non le donne, chi?

(11 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Da dove arriva la vicenda dei fondi pensione ?

(21 Gennaio 2005)

L’argomento che è stato usato per giustificare la necessità di dover modificare il sistema pensionistico è questo :
E’ aumentata l’aspettativa media di vita in Italia :
“ Mentre nel 1960 gli uomini avevano un’aspettativa di vita di 64 anni e le donne di 67, un bambino che nasce oggi in Italia ha una speranza di vita di 76 anni, se maschio, e di 82 se femmina”.
Il rapporto numerico tra gente che è al lavoro e gente che è in pensione è peggiorato e quindi i contributi previdenziali pagati dai lavoratori non sono più in grado di dare soldi a chi è in pensione.

Osservazioni:
innanzitutto quando si parla di “media” non si dice che è uguale per tutti : se su 10 persone, 5 mangiano un pollo intero e le altre cinque non ne mangiano neanche un po’, la “media” dice che quelle 10 persone mangiano mezzo pollo a testa.

L’aspettativa di vita tra nord e sud, tra lavoratori massacrati e ricchi non è identica.

Il miglioramento delle tecnologie lavorative e della difesa della salute dovrebbe ridurre la pesantezza a cui è condannata la vita degli operai : ma da anni finisce solo nelle tasche dei padroni. Per loro l’aumento della lunghezza della vita non è un valore che dovrebbe migliorare la qualità della vita.

L’economia capitalista lo sottopone ai suoi valori economici : se si vive di più bisogna lavorare sempre di più e dare sempre più soldi.

La diminuzione del numero dei lavoratori rispetto al numero dei pensionati è dovuta pesantemente anche alla disoccupazione, al lavoro nero, all’immenso precariato ….

Da 50 anni la gestione previdenziale Inps è sempre stata in attivo di decine di migliaia di miliardi di lire. L’Inps ha però operato un vero e proprio saccheggio dei contributi versati dai lavoratori dipendenti. I loro soldi sono stati illecitamente usati per pagare sgravi contributivi ai padroni, prepensionamenti, cassa integrazione, mobilità, pensioni dei lavoratori autonomi, interventi a favore dei coltivatori diretti, l’integrazione al minimo, le pensioni sociali ecc ecc. : tutte cose che dovevano essere a carico della fiscalità generale e non succhiate dal fondo dell’Inps. Se la legge 88 del 1989, che finalmente separava assistenza e previdenza, fosse stata applicata, l’Inps avrebbe oggi un patrimonio attivo di alcune migliaia di miliardi di euro. Nessuno dei presidenti dell'Inps, tutti di derivazione Cgil, Cisl, Uil, ha mai protestato e denunciato che Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi e D’Alema non hanno mai rispettato questa legge

Una domanda

Se fossero applicate tutte queste osservazioni e ci trovassimo di fronte comunque a qualche difficoltà sul fondo Inps, perché nessuno ci ha mai proposto di aumentare i nostri contributi previdenziali ma di lasciare comunque all’Inps l’incarico di emettere le pensioni pubbliche?

SULL’ONDA DI QUESTO FALSO DEFICIT DELL’INPS È STATA LANCIATA LA CANEA CONTRO LE PENSIONI PUBBLICHE. PER INNESCARE I FONDI PER LA PREVIDENZA INTEGRATIVA DI CUI I PESCECANI DELLA FINANZA SPASIMANO DI SPARTIRSI LA GIGANTESCA TORTA.

Il cammino per trascinarci ai Fondi Pensione

Primo passo : distruzione delle pensioni pubbliche

“E’ necessario abbassare ancora di più le prestazioni della previdenza obbligatoria, riducendole in media al 40% delle retribuzioni. Soltanto così si può creare uno spazio non effimero allo sviluppo della previdenza complementare”
Alfonso Desiata, presidente dell’Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici - nel 2005 il presidente Ania è Raffaele Morese, ex segretario nazionale Fim e Cisl )

- hanno eliminato la rivalutazione annua delle pensioni legata all’ andamento dei salari
- hanno prolungato l’andata in pensione arrivando ormai ai 40 anni obbligatori (senza nessun rispetto per i lavori massacranti)
- hanno innescato il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo per chi aveva meno di 18 anni di contributi nel ’95. Le pensioni non daranno quindi più il 2% per ogni anno di lavoro. Soprattutto i nuovi assunti dovranno fare i conti con una pensione ridotta metà.

Dopo questa distruzione lanciano i Fondi Pensione integrativi

Il punto più critico dei fondi pensione sta proprio nella rottura del concetto di solidarietà che è caratteristica essenziale dell’attività sindacale. Con il risparmio individuale per la pensione si rompe il patto tra gli individui che appartengono a una società. È il “ si salvi chi può”, un modello che non potrà che generare altre disuguaglianze e nuove povertà, visto che le pensioni pubbliche saranno ridotte ad assegni minimi . (Pierre Carniti )

Fingono di chiamarli integrativi (come se fosse una scelta volontaria per integrare la propria pensione pubblica) ma per convincerci ad aderirvi ci dicono che, dopo l’avvenuto massacro delle pensioni pubbliche (con il loro consenso), sono indispensabili. Puntano tutto sul nostro Tfr (le liquidazioni) : per costringerci a mollarlo hanno fatto questo secondo passo..

Secondo passo: distruzione del Tfr

Nel 1985 era stata stabilita una franchigia di 500.000 lire annue non tassabili sulla liquidazione. Questa franchigia doveva essere rivalutata anno per anno sulla base dell’ inflazione. E’ rimasta congelata per 15 anni e quando è stata ritoccata (nel 2000) sarebbe dovuta essere oltre 1 milione e invece diventò 600.000. Dal 2001 anche la franchigia annua di 600.000 lire è stata abolita.

Dal 2003 hanno applicato la nuova tassazione sul Tfr escludendo illegalmente sia la no-tax-area sia la clausola di salvaguardia. Al di là delle lunghe menate parlamentari nessuno ha reagito a questo sopruso.

Invece le quote di Tfr che i lavoratori investono nei fondi pensione sono deducibili e detassate. E ormai è consuetudine chiedere, nei contratti, un aumento salariale esclusivamente per i clienti di fondi integrativi. Chi non aderisce a questi fondi perde questa quota di aumento salariale.

Dopo questa ulteriore distruzione viene lanciato il versamento del Tfr sui Fondi

I fondi pensione possono svolgere un importante ruolo nel promuovere una nuova fase del capitalismo italiano (Tronchetti Provera, presidente della Pirelli)

I sindacati confederali, quando c’era il governo di centro sinistra, hanno tentato di imporre il passaggio obbligatorio del Tfr ai fondi. Oggi invece si vantano di rivendicare la libertà dei lavoratori di scegliere cosa vogliono fare del loro Tfr. Si spacciano per democratici dopo aver acconsentito il massacro delle pensioni pubbliche e la distruzione progressiva del Tfr.

Che banche e società finanziarie si facciano in quattro per convincere i lavoratori a "giocare in borsa " la loro vecchiaia fa parte delle regole del mercato capitalista.

Che lo facciano anche Cgil-Cisl-Uil e altri sindacati fa schifo.

Fonte

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