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Guerra infinita e democrazia limitatitisima

(30 Agosto 2005)

Il Campo Antimperialista organizza per il prossimo ottobre a Chianciano un convegno pubblico contro la guerra e sulle ragioni della resistenza in Irak, cui sono invitati vari esponenti dell’opposizione irakena.

Fin dal giugno scorso 44 deputati USA chiedono al governo italiano di vietare quel convegno e impedire l’ingresso in Italia degli esponenti dell’opposizione irakena in quanto “sostenitori del terrorismo”. Il ministro degli esteri Gianfranco Fini nega il visto d’ingresso a sei invitati irakeni al convegno e a tre traduttori al loro seguito, invocando ragioni di ordine pubblico.

Ancora una volta le ragioni della guerra infinita fanno strame delle regole di una democrazia sempre più fantasma e sempre più lusso esclusivo per i potenti.

L’unica verità sulla guerra in Irak deve essere quella amerikana, di Bush, quella delle armi di distruzione di massa in mano a Saddam, o quella di Blair e della polizia inglese che ammazza un elettricista brasiliano che si reca al lavoro in quanto potenziale terrorista; o la verità delle stragi sulla popolazione di Falluja che non ci sono mai state perché così sostiene l’esercito USA.

Il governo italiano ed il (post)fascista Fini non hanno perso l’occasione per allinearsi supinamente ai voleri del padrone statunitense, mostrando, se ancora una volta ce n’era bisogno, di che pasta sia la loro democrazia, quella buona per i circoli militari e spionistici, per le lobbies finanziarie e bancarie, per le consoterie politiche che li sostengono.

Il tutto condito da un’insistente campagna contro il “terrorismo”, che fa sempre più il paio con la guerra di civiltà sostenuta dalla Fallaci, da Giuliano Ferrara, dal presidente del senato, Pera.

Il tutto occultando le vere motivazioni di una guerra d’aggressione imperialista che sta producendo morte e distruzione tra la martoriata popolazione irakena, che sta conducendo l’Irak verso la spartizione del paese su base etnica e confessionale cancellando definitivamente l’impianto laico su cui si fondava lo stato irakeno.

Non c’è bisogno di condividere la linea politica complessiva del Campo Antimperialista o delle diverse articolazioni della resistenza irakena per sottolineare l’insopportabile sopruso che il governo sta compiendo nei loro confronti.

Si vuole evidentemente tappare la bocca a chi non canta nel coro e non si riconosce nelle verità ufficiali confezionate dal trio Bush-Blair-Berlusconi.

Dal canto nostro, oltre ad esprimere la solidarietà ai compagni del Campo Antimperialista e ad agli esponenti dell’opposizione irakena cui viene impedito l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, invitiamo tutto il movimento contro la guerra a far sentire alta la propria voce e ad esercitare una pressione di massa sul governo perché i divieti d’ingresso vengano ritirati, i visti vengano rilasciati ed il convegno “Lasciamo in pace l’Irak” si svolga regolarmente.

Va perciò rinvigorita in tutte le istanze sociali e politiche la lotta contro la guerra, per il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Irak e da tutti gli altri territori di guerra, per il diritto alla resistenza del popolo irakeno come di quello palestinese.

Fin dal prossimo 10/11 settembre rilanciamo la lotta, con manifestazioni, cortei e presidi contro la presenza di basi militari e nucleari USA e NATO nel nostro Paese.

CONFEDERAZIONE COBAS

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