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Ai giornalisti prezzolati

Ai giornalisti prezzolati

(9 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Chavez viene rieletto con il 54% dei voti, con grande dispetto dei giornalisti prezzolati dall'imperialismo che davano per sicura la sua sconfitta

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QUESTIONI SCOTTANTI, QUESTIONI DA CAPIRE: LOTTA AL RAZZISMO E VENEZUELA

NON DA TIFOSI INNAMORATI DI UN’IDEA MA COL METODO DEL MARXISMO RIVOLUZIONARIO

(6 Febbraio 2019)

casa rossa

Per non offrire al PD inopportune possibilità di verginità, per avere chiaro che fermare il fascismo e l’Imperialismo facendo barricata è il primo passo per la ripresa di un processo rivoluzionario per il comunismo.

Negli ultimi tempi ho visto ripetute volte postare da compagni, prese di posizione di Saviano, Mattarella, radicali e piddini contro il disumano trattamento degli immigrati, pensando in questo modo di arginare il montante clima fascistoide che ammorba l’Italia. Per accorgersi poi che gli stessi signori sono in prima fila nel sostenere il colpo di stato in Venezuela a cui sta lavorando l’imperialismo americano.

Spero che serva da lezione e che le “buone intenzioni” non travolgano ancora la ragione politica.

Non si possono prendere iniziative che in un qualche modo aiutino (oggettivamente) le Destre e il PD è un partito di Destra, di Destra liberista che non esita a sostenere i fascisti in America Latina per sostenere gli sporchi affari dei capitalisti.

Occorre una presa di coscienza politica, una crescita di cultura politica, per non commettere errori gravi. Come grave e opportunista sarebbe rimuovere la questione razzismo perché gli operai non capiscono o perché è un tema da PD. La solidarietà internazionalista con i proletari di tutto il mondo distingue un comunista da chi non lo è, ed è una battaglia fondamentale da fare contro il vento montante della Destra razzista e fascista e contro la possibilità che la Destra liberista (PD) lo usi come scudo per nascondere le sue malefatte.

Tornando infine al Venezuela non possiamo che valutare quel che succede alla luce degli insegnamenti di chi la rivoluzione per il comunismo l’ha fatta, a Lenin. La costruzione di una società comunista è un processo, il primo passo è la presa del potere politico, il secondo è l’esproprio dei padroni, il terzo è il trasferimento reale del potere ai lavoratori. Come diceva Lenin dal rovesciamento dei rapporti giuridici di proprietà al rovesciamento dei rapporti di produzione. Ora sappiamo, la storia ce lo insegna e Lenin lo ha ripetutamente scritto prima di morire che il rischio di quelle che lui chiamava soluzioni amministrative (traduciamo: burocratiche) è costantemente presente, perché oggettivamente gli equilibri in un processo rivoluzionario sono sempre precari, ma se l’idealismo individualista rende così ciechi da non vedere quella che è la partita in gioco, allora passare oggettivamente alla controrivoluzione è un attimo.

In altre parole sappiamo benissimo che in Venezuela non si è giunti neanche alla fase dell’esproprio vero e proprio del capitalismo nazionale, come sappiamo altrettanto bene che le scelte amministrative a volte sono più forti di quelle politiche, ma la guerra in atto è un’altra. E’ la guerra tra l’imperialismo nordamericano che vuole rapinare le risorse di un paese del “suo cortile di casa” e un governo che quelle risorse se l’è riprese togliendole ai petrolieri USA. E non c’è da discutere si sta col popolo venezuelano e con il suo governo, oppure con l’imperialismo nordamericano, una terza via non c’è. E aggiungiamo per concludere il ragionamento, che il Venezuela del 2019 non è e non potrà essere la Russia del 1917, non capirlo è una manifestazione di inguaribile infantilismo. Secondo gli insegnamenti del marxismo rivoluzionario ovvero del materialismo storico è necessario, sempre, partire dalla realtà non dall’idea, per cambiare la realtà in direzione della nostra idea, del comunismo.

Associazione Culturale CASA ROSSA

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