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(2 Settembre 2005)
Dopo l'annuncio dei cinquanta licenziamenti nell'azienda termale di Galzignano il PRC ha,come in altre analoghe vertenze, mobilitato le sue organizzazioni locali e il dipartimento provinciale lavoro per costruire consenso e solidarietà attorno alla lotta dei lavoratori contro l'attaco all'occupazione.
Questa linearità di condotta e l'appoggio che abbiamo sempre dato alle lotte dei lavoratori per la difesa dei loro diritti e dei loro salari, ci legittima crediamo, a fare alcune osservazioni.
La prima:
qualsiasi sia il contenuto degli accordi che vengono siglati, sempre e sopratutto quando prevedono rinunce da parte dei lavoratori, devono trovare il loro consenso espresso chiaramente attraverso un referendum a cui tutti sia data la possibilità di partecipare.
La seconda:
una volta avanzata, come nel caso dell'azienda termale di Galzignano una proposta validata dall'assemblea dei lavoratori, che contempla, in alternativa al taglio dell'occupazione, una riduzione del monte salari annuo, non è possibile cedere ulteriormente sulle condizioni del lavoro in quegli aspetti che gli garantiscono dignità e tutela minime. Lo scambio non può essere tra il mantenimento dell'occupazione e introduzione di elementi di flessibilità totale del lavoro.
La terza:
la situazione dal punto di vista del lavoro nel bacino termale è tale per cui l'apertura di varchi su questi terreni là dove i lavoratori sono più forti ed organizati, apre una strada in discesa all'iniziativa padronale per abbattere tutte le tutele e le garanzie che nel passato sono state conquistate con dure lotte.
PRC
Dipartimento Provinciale Lavoro
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