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L’eterno stagionale

Storia di un Assistente di Volo dell’Alitalia

(19 Settembre 2005)

Aeroporto di Fiumicino, sala d’attesa. Sono le 22.30 e in perfetto orario è appena atterrato l’aereo da Malpensa. Venti minuti dopo Giuseppe è davanti a me per l’intervista che abbiamo concordato. Giuseppe è un Assistente di Volo Alitalia. Possiede i principali requisiti richiesti a chi fa il suo mestiere: alto, di bella presenza, affabile. La vita che conduce è meno brillante.
Giuseppe ha 35 anni, laureato in lingua e letteratura inglese, sposato, un figlio ed è ancora uno stagionale. La moglie è insegnante precaria in una scuola privata. Vivono in una casa in affitto fuori Roma e fanno fatica ad arrivare a fine mese. Ci incontriamo perchè Giuseppe è uno dei pochi stagionali della compagnia area disposti a raccontarmi la sua storia. Eccola.

Fai questo lavoro per scelta o per necessità?
Per necessità. La mia passione è l’insegnamento. Ma dopo alcuni anni di ostinati tentativi ho dovuto metterci una pietra sopra. Lavoravo al massimo qualche mese l’anno. Per sopravvivere ero costretto a chiedere continuamente soldi in prestito ai miei genitori, due pensionati che avevano e hanno ancora i loro problemi per tirare avanti. Poi mi sono sposato con una collega e abbiamo avuto una bimba. A quel punto le responsabilità erano tante e ho iniziato a fare di tutto. Dall’accompagnatore turistico fino all’Assistente di volo.

Come è nato il tuo rapporto con l’Alitalia?
Casualmente. Sette anni fa mia moglie è rimasta incinta e non mi avevano riassunto nell’agenzia turistica per la quale lavoravo. Ero disperato. Mai e poi mai avrei pensato all’Alitalia. Poi per puro caso venni a sapere che la compagnia faceva selezioni per stagionali e così nel 1998 ho iniziato con un contratto di sei mesi. L’azienda mi assicurò l’assunzione a tempo indeterminato da lì a breve. Invece sono ancora precario con tutti i problemi di un lavoratore senza diritti: niente ferie, niente festività pagate, nessuna possibilità di protesta.

Quanti mesi l’anno lavori?
Non c’è una regola. Tra una chiamata e l’altra possono passare tre mesi oppure otto. Io, in questi sette anni, ho lavorato una media di sei mesi l’anno. Naturalmente l’anno prossimo potrebbero non richiamarmi. Dipende da come ti comporti. Ad ogni avvicendamento di volo il responsabile di cabina è tenuto a compilare una scheda descrittiva che valuta il tuo comportamento, il tuo aspetto esteriore, come ti relazioni con colleghi e passeggeri e così via. I rapporti sono inviati al settore che gestisce gli stagionali e alla fine del contratto sosteniamo un colloquio con l’Ufficio del personale che stabilisce il nostro feed-back lavorativo espresso in percentuale. A volte basta una piccola antipatia da parte del responsabile di cabina che la tua media scende drasticamente. In definitiva non puoi mai dire no. Lascio immaginare i ricatti che subiamo.

Come si articolano i turni di lavoro?
Mediamente sto fuori casa quattro giorni di fila. Poi ho un giorno, massimo due di riposo e dopo si riparte. Però posso arrivare fino cinque giorni consecutivi di servizio. Cosa che capita con una certa frequenza. Appena finisco l’avvicendamento aspetto il primo volo utile per tornare a casa, sempre che ci sia disponibilità di posto. Altrimenti devo trovare un motel vicino l’aeroporto a prezzi accettabili. A questo aspetto c’è da aggiungere il fatto che noi stagionali possiamo far base a Fiumicino o a Malpensa. A me è capitata una stagione a Milano e lascio immaginare cosa ha significato trovare alloggio: vivevamo in cinque, più qualcuno che andava e veniva, in due stanze, bagno e angolo cottura. Una situazione infernale.

Qual è il tuo orario di servizio?
Si aggira tra le 10 e le 14 ore al giorno. Quest’arco di tempo comprende: le ore effettive di volo, i tempi di transito tra un volo e l’altro, ritardi per cattive condizioni meteorologiche, problemi di natura tecnica. Diverse volte mi è capitato di superare le 14 ore giornaliere. Dovrebbe essere il limite massimo d’impiego ministeriale. Ma non per gli stagionali. Quando raggiungi i limiti orari previsti dalla legge dovresti essere sostituito anche per garantire la sicurezza in caso di anomalie o emergenze. Non sempre succede e naturalmente devi continuare a lavorare e stare zitto.

Durante gli scioperi come siete impiegati?
Questi eventi sono sempre motivo di grande rivoluzione nei nostri turni. I ritmi di lavoro diventano ancora più forsennati. Il punto è che noi stagionali non possiamo esercitare i nostri diritti: non possiamo scioperare per non correre il rischio di non essere richiamati e per lo stesso motivo non possiamo chiedere congedi parentali né ci sogniamo di stare a casa se abbiamo un po’ di febbre.

Quanto guadagni al mese?
Lo stipendio base è di 650 euro mensili ed è suscettibile di aumento in rapporto alle ore di volo. Diciamo che lavorando una media di 70 ore di volo mensili guadagno 1.500 euro. Se mi ammalo o se l’azienda mi impiega in misura minore guadagno meno. Bisogna poi aggiungere che il mio stipendio non prevede scatti di anzianità, perciò per l’Alitalia è come se fossi sempre neoassunto. Come se non bastasse quando pernottiamo fuori Roma la diaria dell’azienda spesso non è sufficiente per pagare un pasto dignitoso. E come tanti colleghi precari sgraffigno qualcosa dai pasti di bordo destinati ai passeggeri e li consumo nella camera d’albergo.

intervista di Patrizio Paolinelli

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