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USA. 46 milioni di poveri

USA. 46 milioni di poveri

(28 Settembre 2011) Enzo Apicella
I poveri negli USA sono 46 milioni, il 15% della popolazione. I due terzi di questi poveri lavorano, ma per un salario da fame

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L'appello del Coordinamento Rsu a sostegno delle due tesi alternative presentate da Rinaldini

(23 Ottobre 2005)

Nel vivo del congresso Cgil, la Confindustria ha presentato le sue proposte per la revisione del modello contrattuale. E' lo stesso congresso Cgil ad esserne investito. Il documento congressuale della "nuova" maggioranza appare ora ancora più debole ed incapace di promuovere quella svolta che sola può contrastare l'iniziativa di Confindustria.

In vista della revisione del patto del `93 e del confronto con il governo e i sindacati, la Giunta di Confindustria ha in questi giorni varato la sua piattaforma in materia di politiche e modelli contrattuali,
All'insegna di una rinnovata "concertazione" il cui obiettivo è ovviamente il "recupero di efficienza, della produttività e redditività" dell'impresa, Confindustria mette al centro della sua proposta quattro cose:

1.

Una maggiore subordinazione delle politiche salariali agli obiettivi di produttività e redditività, aumentando la quota di salario variabile (quello legato al raggiungimento degli obiettivi aziendali) a scapito della quota fissa, conrattata in sede di CCNL, che va mantenuta legata alle dinamiche dell'inflazione programmata.
2.

Una maggiore libertà per le imprese ad utilizzare i lavoratori secondo schemi flessibili di prestazione che permettano di derogare dalle norme contrattuali e di legge, al fine di eliminare i riferimenti sull'orario massimo giornaliero, settimanale, mensile e le limitazioni sul ricorso alo straordinario ed al lavoro notturno.
3.

Una politica di consistenti sgravi fiscali e contributivi per le aziende che, oltre a ridurre i costi per il ricorso al lavoro straordinario ecc., elimini gli oneri in materia di salario indiretto (come la maternità, gli infortuni, la malattia ecc.) che Confindustria chiede vengano invece scaricati sulla fiscalità generale (quindi sulle nostre spalle).
4.

Un raffreddamento del ruolo delle rappresentanze sindacali di base ed una regolamentazione del conflitto che elimini il ricorso allo sciopero, inglobando tutta la dinamica del confronto sindacale in un sistema di controllo e gestione basato sui sistmi della conciliazione e dell'arbitrato.

Se così stanno le cose è evidente che il congresso Cgil rischia di non discutere e di non decidere sulle risposte necessarie a questa nuova e pesante offensiva Confindustriale.
Il documento congressuale della nuova maggioranza, aperto e disponibile ad un rilancio del modello concertativo, si dimostra ora ancor più generico e superato nei fatti di fronte alla piattaforma di Confindustria. Una semplice e generica (anche se importante) difesa dei due livelli contrattuali, non può quindi più essere considerata sufficiente a definire le linee con cui la Cgil dovrà andare al prossimo confronto con Confindustria.

Se il congresso è la sede in cui dare la possibilità agli iscritti di esprimere l'orientamento di politica contrattuale della Cgil per i prossimi anni, occorre che il congresso Cgil discuta anche della piattaforma che Confindustria ha presentato in questi giorni e che possa decidere sulle scelte di politica contrattuale che la Cgil deve contrapporre a questa, in materia di politiche rivendicative, sul salario, su orari e organizzazione del lavoro, su democrazia e rappresentanza.


Se Confindustria popone di ridurre ulteriormente i salari, di aumentare la flessibilità e l'intensità del lavoro, di blindare il confronto sindacale in un sistema di regole che ne impediscano lo svolgimento, di far pesare sulle già ridotte risorse per la spesa pubblica anche gli oneri che le competono in materia di salario indiretto e differito, il congresso Cgil deve dare una risposta precisa a tutto ciò. Dal congresso, dalla discussione con gli iscritti, deve uscire una posizione di rifiuto ad ogni nuovo patto sociale, ed una piattaforma che indichi chiaramente quali sono, invece, gli obiettivi, che il sindacato deve perseguire.

Alla genericità ed alla debolezza del documento congressuale che la "nuova" maggioranza propone agli iscritti, risponde la tesi alternativa n.8 (presentata, oltre che da Rinaldini, anche da Cremaschi, Dino Greco ed altri) che propone a tutta la Cgil di definire dei punti di riferimento certi su cui costruire gli elementi di tenuta per una Cgil che non vuole essere risucchiata nel quadro delle nuove e più pesanti subordinazioni a cui sarebbe costretta da una politica di concertazione, per di più fondata sulle nuove acquisizione a cui Confindustria ha ormai esplicitamente dichiarato di mirare.

Il prossimo congresso è quindi un appuntamento importante, una occasione da non sprecare per decidere e definire la posizione della Cgil di fronte alle proposte di Confindustria.
*

Se Confindustria propone un nuovo patto sociale su cui costruire la concertazione dei prossimi 10 anni dentro cui regolamentare una politica di riduzione e contenimento salariale, il Congresso Cgil deve rispondere con un chiaro rifiuto a qualsiasi riedizione di politiche concertative che già ci hanno fatto pagare negli anni precedenti pesanti costi in materia salariale e di riduzione delle tutele e dei diritti.
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Se Confindustria propone di legare ancor più di prima la dinamica salariale all'inflazione programmata (o ad altri parametri di mercato) aumentando la quota salariale dipendente dagli obiettivi e dai risultai di redditività dell'impresa, il Congresso Cgil deve invece rilanciare l'urgenza di collegare la politica salariale del sindacato alla rappresentazione dei bisogni che i lavoratori e le loro famiglie esprimono.
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Se Confindustria chiede di aumentare l'intensità e la flessibilità del lavoro, eliminando i vincoli sulla durata massima della prestazione, puntando così ad aumentare lo sfruttamento sulla forza lavoro attualmente occupata per risparmiare in termini di nuova occupazione, il Congresso Cgil deve rispondere invece con una proposta di nuova politica ocupazionale a partire, oltre che dal rifiuto a contrattualizzare le tipologie di lavoro introdotte dalla legge 30 e dalla battaglia per la sua abolizione, dalla richiesta di ripristinare i poteri negoziali in materia di organizzazione del lavoro e di controllo degli orari che anni di politica concertativa hanno romai ridotto ad un residuo formale ed inneficace.
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Se Confindustria pensa di ridurre i costi salariali e contrattuali scaricando sulla fiscalità generale (quindi sulla spesa pubblca) gli oneri fiscali e contributivi di sua competenza, il Congresso Cgil deve mettere in campo una sua proposta di sostegno e rilancio della spesa pubblica come strumento di sostegno al reddito dei lavoratori (maggiori e migliori servizi, no alle privatizzazioni della scuola, della sanità, dei beni comuni ecc), e di battaglia all'enorme evasione fiscale e previdenziale generata dai detentori di profitti e di rendite, non certo di lavoratori.

E' a queste cose che il prossimo Congresso Cgil deve rispondere. La discesa in campo della piattaforma di Confindustria, proprio in fase di avvio del Congresso, ha chiarito ancor più di prima che con questo congresso la CGIL è chiamata a decidere una svolta rispetto alle sue aperture ed alle sue disponibilità concertative.

In questo contesto, la tesi alternativa n.8 (sulla contrattazione), presentata da Rinaldini (segretario generale Fiom Nazionale) da Cremaschi (segretario nazionale Fiom), da Dino Greco (segretario Generale della Cgil di Brescia) e da altri, diventa in questa occasione un contributo, uno strumento ancor più prezioso ed importante per orientare la discussione e la conclusione di questo congresso, verso la produzione di una risposta efficace ed adeguata della Cgil in materia contrattuale e rivendicativa.


Come delegate e delegati Rsu, come iscritti alla Cgil, facciamo quindi appello a tutti gli iscritti, a tutta la Cgil, perchè si prenda atto della necessità di qualificare ancor meglio la discussione in questo confronto Congressuale, mettendo la piattaforma di Confindustria e la necessità di costruire una nuova piattaforma sindacale, al centro degli obiettivi e dei compiti di questo Congresso, a partire dal sostegno, nelle assemblee congressuali di base, alle proposte avanzate dalla tesi alternativa n.8, sulla contrattazione, il cui primo firmatario è Gianni Rinaldini Segretario Generale nazionale della Fiom Cgil.

delegate e delegati Cgil che si riconoscono nel movimento

per un "Coordinamento nazionale delle RSU"

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