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Fiaccole di guerra e di menzogna a Roma

(5 Novembre 2005)

Anche un osservatore benevolo e neutrale intuirebbe la strumentalità della fiaccolata pro-Israele convocata a Roma dal Foglio di Giuliano Ferrara e della quale si rendono complici anche personalità della sinistra come Fassino, Folena ed altri.

Si tratta infatti di una manifestazione di sostegno alla campagna politica e mediatica che prepara una nuova escalation della guerra infinita in Medio Oriente teorizzata dai dai “likudzik” israeliani presenti non solo nell’amministrazione Bush ma anche nell’establishment italiano. L’obiettivo dichiarato questa volta è l’Iran.

Le dichiarazioni del presidente iraniano Amadinejad hanno fatto clamore e suscitato proteste fuori dal comune. Ed è curioso, perché il non riconoscimento di Israele da parte dell’Iran, viene ribadito dalle autorità iraniane ogni anno - da almeno quindici anni - nella giornata di Al Quds. Se quest’anno ci sono state reazioni così furibonde è perché l’agenda politica e la situazione internazionale sono sensibilmente diverse dagli anni precedenti.

In Iraq la strategia della guerra infinita perseguita dagli USA e da Israele è in seria difficoltà. Lo è a tal punto da aver aperto una crisi all’interno stessa dell’ammnistrazione Bush. La tabella di marcia sulla costruzione del Grande Medio Oriente funzionale agli interessi statunitensi e israeliani, si è dunque inceppata ed ha la necessità di essere rimessa in moto per colpire nuovi target come Iran e Siria e per annullare definitivamente ogni ambizione dei palestinesi ad un vero Stato indipendente.

La fiaccolata di Roma, non può occultare la verità: il presidente iraniano ha invocato a parole la cancellazione di Israele, ma le autorità israeliano hanno cancellato a cannonate il diritto all’esistenza di uno stato palestinese.

L’Iran non dispone ancora del nucleare ma accetta le ispezioni dell’AIEA mentre Israele dispone già di almeno 200 testate nucleari, rifiuta le ispezioni dell’AIEA e non ha firmato il Trattato di Non Proliferazione

La manipolazione mediatica fino ad un certo punto può anche occultare la realtà ma i fatti hanno la testa dura e l’opinione pubblica ha dimostrato in più occasioni di saper distinguere la realtà dalle bugie di guerra.

Abbiamo deciso di non contestare in piazza la fiaccolata pro-Israele per evitare scontri e strumentalizzazioni. Stiamo però lavorando ad una settimana di mobilitazione al fianco dei diritti dei palestinesi dal 12 al 19 novembre (nel quadro della mobilitazione internazionale contro il Muro dell’apartheid in Palestina) e per riportare nelle strade di Roma, come ogni anno da quattro anni a questa parte, migliaia di persone in una manifestazione nazionale a sostegno degli obiettivi storici del popolo palestinese. Le fiaccole di guerra e di menzogna che verranno accese questa sera a Roma verranno spente dalla mobilitazione democratica e pacifista delle prossime settimana.

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