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(28 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Minacce contro gli operatori, le FF.OO. all’Ufficio Condono

Ennesimo episodio di tensione a causa del caos procedurale, del malfunzionamento della piattaforma telematica e dello stallo di migliaia di pratiche urbanistiche. Utenti disperati e addetti all’URP stremati

(5 Settembre 2023)

Risorse decima

Le procedure digitali sono un flop? La piattaforma telematica è sempre bloccata? Il protocollo PEC ci mette giorni prima di recapitare una comunicazione? Non c’è problema, a sedare gli animi di migliaia di cittadini e tecnici professionisti inferociti per lo stallo delle loro procedure di condono ci penseranno tre operatori di Risorse per Roma S.p.A. che con garbo e professionalità sapranno sicuramente spiegare che non c’è motivo di lamentarsi, il futuro dell’urbanistica è già qui e sono gli utenti che non se ne sono accorti.

Così devono aver pensato ai piani alti di viale della Civiltà del Lavoro, sede del Dipartimento PAU e dell’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale, quando nel mese di aprile del 2022 hanno deciso di riaprire al pubblico gli sportelli dell’Ufficio Condono, chiusi da Roma Capitale nel 2020 in occasione della fine delle indagini per corruzione per l’illecita manomissione di fascicoli di condono e l’alterazione dei relativi procedimenti amministrativi.

E così, senza alcun provvedimento formale dell’Ente, senza farne alcuna menzione nel Contratto di servizio (DGC 188/2023) e senza alcun disciplinare operativo, alcuni fortunatissimi dipendenti della società Risorse per Roma sono stati selezionati e invitati con “comunicazione interna” dell’allora dirigente dell’Ufficio Condono (RpR) a riprendere le attività di sportello. Quali attività?

Nessuno lo sa. Come purtroppo hanno dovuto verificare migliaia di utenti dal 2019 ad oggi, tutte le procedure di condono sono state infatti digitalizzate: impossibile fare un accesso agli atti allo sportello, impossibile pagare alla cassa, impossibile ritirare una concessione, impossibile parlare con un operatore informatico. Impossibile per gli utenti, ma impossibile anche per gli operatori, le cui funzionalità sono state prontamente e irrevocabilmente disabilitate nel 2019!

E allora a cosa servono gli sportelli? Semplice: a dirottare il malcontento degli utenti dai decisori politici a qualche sfortunato dipendente di una società in house di Roma Capitale per la quale si prospetta un futuro radioso, ma il presente è ancora una palude.

Questa mattina, puntuale come ogni estate, quando le temperature salgono e gli animi ribollono, è arrivato all’URP dell’Ufficio Condono l’ennesimo utente non prenotato, esasperato, minaccioso e “pronto a tutto” pur di essere ricevuto da un “responsabile”. Dopo aver aggredito verbalmente gli operatori e rischiato di colpire nell’esagitazione altri utenti che affollavano la sala URP (peraltro tutti non prenotati), al personale lasciato per l’ennesima volta solo a gestire l’emergenza non è rimasto che chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

Inascoltati dall’Azienda, a cui sono state rivolte inutilmente decine di richieste di aiuto a tutela e protezione della salute e della sicurezza, gli operatori hanno confidato ai carabinieri le difficoltà del loro lavoro e le estreme condizioni di rischio a cui sono esposti ogni giorno. “Selezionati” per il prestigioso servizio in trincea perché sgraditi al superiore o perché vincitori di vertenze di lavoro sfavorevoli a Risorse per Roma, per questi operatori il privilegio di rappresentare all’esterno un ufficio strategico della Capitale d’Italia si è trasformato in un rischio continuo per la loro salute e nella condanna senza appello alla rinuncia a qualsiasi crescita professionale.

Condanna inappellabile, anche a rischio di violare le precise norme in materia di anticorruzione (D. Lgs. 231/2001, Delibera ANAC, PTPCT aziendale e capitolino, etc.) che prescrivono la rotazione obbligatoria del personale dell’Ufficio Condono assegnato al contatto con il pubblico. Rotazione mai applicata, neanche dopo gli arresti per corruzione e altri illeciti sui quali indaga la magistratura!

Inutili anche gli appelli dei lavoratori agli organi di controllo di Roma Capitale: materia troppo scottante perfino per la CCP Controllo, Garanzia e Trasparenza che a giugno ha cortesemente declinato la richiesta dei lavoratori di affrontare il tema in un contesto pubblico e aperto a tutti gli interessati, in primo luogo il Socio unico. “Meglio attendere il responso della magistratura” (!) è stata la risposta sibillina dell’organismo di garanzia…

La degenerazione dei fatti di questa mattina in un episodio di ordine pubblico chiude un cerchio che rivela l’incapacità della PA di emanciparsi dallo suo stato di emergenza permanente: invece di prevenire la corruzione si attende che “la magistratura faccia il suo dovere”, invece di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori si aspettano a braccia conserta i controlli agli ispettori della ASL (cfr. comunicato 8), invece di far funzionare la pubblica amministrazione si lascia che siano i Carabinieri a gestire i casi più complessi.
Fedeli a un’idea speriamo intramontabile di “servizio pubblico”, i lavoratori e le lavoratrici dell’Ufficio Condono non vogliono venire meno al loro dovere morale e civile di denunciare volta per volta le colpevoli inefficienze di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica e da cui dipendono la vita e gli interessi di migliaia di cittadini romani.

Basta alibi e facili coperture: non si lascia morire così un ufficio pubblico, non si costringe l’utenza all’esasperazione, non si espongono i lavoratori a questi rischi. A ognuno le proprie responsabilità e chi non è in grado si faccia finalmente da parte.

Roma, 5.9.2023

L’Assemblea Permanente
dei Lavoratori dell’Ufficio
Condono (APLUC)


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