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Colombia: lettera dal carcere di Rodrigo Granda

(1 Dicembre 2005)

Ad un anno di distanza dalla mia presunta “detenzione”, risulta chiaro all’opinione pubblica nazionale ed internazionale che si è trattato di un’operazione occulta di sequestro realizzata dallo Stato colombiano all’estero, e per giunta nel territorio di un paese amico.

Sorprende come né la Procura Generale della Nazione, così scrupolosa quando si tratta di altri temi, né istanza giudiziaria della Repubblica alcuna, abbiano aperto un’inchiesta penale per fare chiarezza su un delitto tipificato come di lesa umanità, soprattutto nella misura in cui ha l’aggravante, come in questo caso, di esser stato commesso da alti funzionari dello Stato e del governo colombiani che l’hanno pianificato e finanziato, dando ordini espliciti ai fini dell’esecuzione dell’azione.

Di fronte alle schiaccianti prove che accusano questi funzionari, non c’è sopruso che essi non commettano nel tentativo di far tacere le voci che li denunciano, come nel caso dell’attentato contro il Dottor Ernesto Moreno Gordillo, realizzato il 17 novembre di quest’anno nel sud di Bogotá.

Nessuna persona onesta deve rimanere impassibile, giacché l’omertà rende comp lici delle pratiche mafiose dello Stato colombiano. Dobbiamo fermare la mano assassina ed esigere investigazione e castigo per i colpevoli. Si sbaglia chi crede che con questo tipo di azioni terroriste potranno ammutolire le voci che, dalle ribalte giudiziarie, smascherano gli abusi del potere. Bisogna esigere, dallo Stato colombiano, rispetto per la loro vita e piene garanzie affinché gli avvocati Miguel Gonzáles ed Alberto Acevedo, anch’essi minacciati di morte e che temo siano vittime dei miei sequestratori, alla ricerca della cancellazione delle prove, possano svolgere la loro funzione professionale.

Ai familiari del Dottor Ernesto porgo il mio saluto s olidale e l’augurio di una pronta e felice guarigione. Non c’è bisogno di portare un megafono per sapere da che parte sono stati sparati i proiettili di odio e morte contro quelli che non si piegano di fronte ai nuovi Cesari.

Carcere di Massima Sicurezza di Cómbita, 18 novembre 2005

Rodrigo Granda E.
Sequestrato dallo Stato colombiano

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