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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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Il video su Nassyria e gli “italiani brava gente”

(12 Dicembre 2005)

La favoletta degli “italiani brava gente”, che addolcisce la descrizione di un colonialismo atroce che l’ipocrisia bipartisan vorrebbe “dolce”, è dura a morire.

Ed anche l’avventura irachena, al carro dei marines a stelle e strisce, viene dipinta come “umanitaria”, portatrice di pace ed altre amenità.

Quasi due anni fa (aprile 2004) fummo gli unici a denunciare la strage compiuta dai militari italiani nella prima battaglia dei ponti di Nassyria (6 aprile). Su quella vicenda il silenzio bipartisan è calato da tempo e la favoletta ha ripreso quota sostenuta non solo dal governo, ma anche da autorevoli esponenti dell’opposizione parlamentare nonché dal Presidente della repubblica Ciampi.

Ora è arrivato il video (girato evidentemente ad militari italiani), trasmesso da Rai News24, sulla battaglia del 6 agosto 2004. Questo filmato mostra come gli italiani, "brava gente", uccidono gli iracheni a Nassyria. E' significativo ciò che si vede, ciò che si sente, ma anche quello che non si vede e non si sente ma si può facilmente intuire.

Riportiamo alcuni stralci del commento al video apparso sul Manifesto del 9 dicembre:

«Guarda come si muove sto bastardo. Luca annichiliscilo!». Poi, forte, il rumore di uno sparo contro una persona sdraiata a terra, i cui contorni si distinguono appena. E' il video della battaglia dei tre ponti a Nassiriya del 6 agosto 2004, la stessa finita al centro di pesanti polemiche politiche perché il contingente italiano fu accusato di aver sparato contro un'ambulanza che trasportava una donna incinta. E la stessa su cui la magistratura militare lavora da oltre un anno - nel registro degli indagati c'è il nome di un graduato - per capire se il contingente italiano colpì cittadini inermi. Dando un occhiata al video realizzato da un militare anonimo e consegnato all'Osservatorio militare, a Sigfrido Ranucci di Rainews24 (lo stesso che un mese fa ha scoperchiato lo scandalo del fosforo bianco contro Falluja) e alle Iene che dopo una lunga trattativa con Mediaset non l'hanno mandato in onda, si capisce subito che quella cui partecipano gli italiani è una guerra vera e propria.
I primi minuti del video, che Ranucci ha deciso di mettere in onda senza commenti, sono forse i più scioccanti. Mostrano un militare che prende di mira la sagoma di un uomo a terra, probabilmente un nemico ferito. «Lo vedo da dentro il trigicon (mirino ndr) - esclama il militare, un carabiniere della Msu - guarda quanto è bellino là a terra, lo vedi che muove la testa?» E la risposta: «Guarda come si muove sto bastardo: Luca annichiliscilo». Qualche minuto dopo si saprà che «Luca sta sera non paga da bere, lo ha annichilito, ha ammazzato il cecchino». Ma che la regola sia sparare alle persone lo si capisce anche più avanti quando qualcuno, probabilmente un superiore, ordina al sottoposto che sta puntando un missile terra-terra contro quella che potrebbe essere la postazione dei nemici: «Ascolta, nel dubbio spara alla gente, capito? Tienili nel mirino» e quindi parte il razzo.


Che questa sia la guerra non può certo stupirci. Ma il punto è proprio questo. E’ guerra, guerra di aggressione contro un popolo insorto che lotta per la propria libertà. La “missione umanitaria” di cui molti straparlano è solo una menzogna della propaganda di regime. Qualcuno sembra scoprirlo soltanto ora: meglio tardi che mai, purché cessi almeno l’ipocrita ritornello sugli “italiani brava gente”.

Iraq libero - comitati per la resistenza del popolo iracheno

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