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18 Marzo: manifestare tutti, manifestare tutto

(21 Gennaio 2006)

Il 18 marzo, terzo anniversario dell’inizio dell’aggressione all’Iraq, dovremo essere tutti in piazza.

Primo, perché l’occupazione imperialista deve finire. Secondo, perché il movimento contro la guerra deve far sentire la sua voce a fianco della Resistenza irachena. Terzo, perché a 3 settimane dalle elezioni politiche, è necessario denunciare e smascherare la retorica bipartisan che ha portato in gita a Nassyria l’orribile coppia Casini-Violante.

Per tutti questi motivi i Comitati Iraq Libero invitano alla massima mobilitazione: il 18 marzo non deve essere una scadenza rituale, bensì un grande momento di lotta politica.

C’è invece chi vorrebbe proprio la ritualità, per spegnere il movimento, per renderlo politicamente innocuo, per piegarlo alle esigenze elettorali del centrosinistra.
Non a caso in molti hanno addirittura lavorato per evitare la manifestazione di Roma. L’Iraq è evidentemente una patata troppo bollente per il ceto politico collaterale all’Unione. Non sono potuti arrivare a tanto, ma non per questo il tentativo di sterilizzare la manifestazione (e di farla in sostanza fallire) si è fermato.
A Vienna, nei giorni scorsi, il Social Forum Europeo, a causa del maggior peso delle forze più moderate, ha partorito un documento insulso che arriva al capolavoro di non citare neppure, per una manifestazione dedicata all’Iraq, il fatto principale che ha sconvolto i piani degli strateghi della guerra e del terrore che governano a Washington: la RESISTENZA.
Mentre gli stessi americani riconoscono nei fatti (ovviamente dal loro punto di vista) la necessità di farci i conti, il Social Forum Europeo ha deciso di arretrare addirittura rispetto al documento di un anno fa che perlomeno, pur senza sostenerla, della Resistenza riconosceva almeno la legittimità.
Oggi neppure una parola! Evidentemente il popolo iracheno non ha diritti, specie se questi non collimano con gli orientamenti del centrosinistra europeo, quello stesso centrosinistra che – laddove governa – ha condiviso la chiusura delle porte della “Fortezza Europa” ad Haj Ali, il simbolo dei torturati di Abu Ghraib.

NOI NON SIAMO D’ACCORDO.
Il 18 marzo vogliamo una vera manifestazione contro l’occupazione, per il diritto all’autodeterminazione del popolo iracheno in un paese libero ed unito. Questi obiettivi possono essere raggiunti solo con la vittoria della Resistenza popolare, che alla manifestazione di Roma dovrà finalmente avere diritto di parola. Insomma, il 18 marzo dovremo manifestare tutti ma manifestando tutto, non solo ciò che conviene a quelle componenti del Social Forum vassalle del centrosinistra.

In molti, nel movimento contro la guerra, avvertono esattamente questa esigenza.
Anche per questo porteremo le nostre posizioni e le nostre proposte all’assemblea nazionale preparatoria della manifestazione prevista per sabato 11 febbraio a Firenze.

In ogni caso non accetteremo di certo di stare al gioco di chi vuole una manifestazione fiacca, meglio se piccola, comunque spenta e politicamente insignificante.
La manifestazione del 18 marzo deve anzi rispondere con forza ai cedimenti ed ai silenzi che hanno accompagnato la vergognosa manifestazione filosionista di novembre che ha visto in campo quello stesso schieramento bipartisan che oggi sostiene la politica aggressiva degli Stati Uniti e dell’Europa nei confronti dell’Iran.
E, guardando all’Italia, la manifestazione dovrà tendere ad unire tutti i movimenti sociali che sono scesi in campo negli ultimi mesi, affinché diano vita ad un’opposizione politica e sociale più che mai necessaria nella prossima legislatura chiunque vinca le elezioni del 9 aprile.

Per questo invitiamo tutte le realtà che condividono questa esigenza di autonomia di tutti gli antimperialisti ad un incontro nazionale che proponiamo si tenga a Firenze domenica 12 febbraio.

Fuori tutte le truppe di occupazione!
No alla balcanizzazione imperialista dell’Iraq!
Per la vittoria della Resistenza popolare!


19 gennaio 2005

Comitati IRAQ LIBERO

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