">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Il nuovo che torna

Il nuovo che torna

(30 Agosto 2010) Enzo Apicella
Il segretario del PD Bersani propone un "nuovo Ulivo".

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Iraq/Ferrando: Siamo tutti incompatibili

(16 Febbraio 2006)

Quanto successo con la rimozione dalle liste elettorali del candidato scomodo Ferrando, da parte di Rifondazione Comunista, apre degli inquietanti interrogativi circa l’effettiva natura della coalizione di centrosinistra.

Il tutto, in un momento certamente poco opportuno, vista l’imminente scadenza elettorale: con un colpo solo, si sta rischiando di vanificare quanto di buono la nuova legge elettorale può comportare in termini di risultato finale per l’intera coalizione e, quindi, per la sconfitta di Berlusconi.

Per gl’incerti verso la coalizione vista nel suo complesso, infatti, con la nuova legge elettorale vi è ora la possibilità di poter esprimere un voto per indirizzare-correggere il programma dell’Unione attraverso la preferenza a questo o a quel partito della coalizione. Un meccanismo, questo, che si dovrebbe cercare di valorizzare appieno proprio per cercare di recuperare quelle fasce di elettorato inclini all’astensione perché deluse.

Sempre che, beninteso, gli obblighi da adempiere per battere Berlusconi siano condivisi e praticati da tutti, ognuno con il proprio prezzo da pagare per la riuscita dell’impresa.

Ancora una volta, però, si sta assistendo al solito giochino, per cui la colpa dell’eventuale sconfitta ricadrebbe solo su alcuni e non su altri. Da una parte quelli che sanno solo chiedere; dall’altra chi deve invece dire sempre e solo di sì a tutto.

Come del resto avvenne per la scorsa legislatura, con la criminalizzazione del PRC (l’apice fu raggiunto con le esternazioni dell’attore-regista Nanni Moretti) e della Lista Di Pietro per i mancati accordi: colpa loro se l’Ulivo non riuscì a battere Berlusconi.

Ma proprio perché a nessuno oggi può interessare la vittoria di Berlusconi, neanche a chi, alla luce degli ultimi eventi, potrebbe decidere di astenersi dal voto, sarebbe quanto mai opportuno un atteggiamento responsabile da parte di tutti i leader del centrosinistra.

Il caso Ferrando, infatti, non può essere sbrigato velocemente come una questione che riguardi il singolo candidato o il singolo partito.

Se si assumono posizioni incompatibili con il programma della coalizione quando si afferma quanto c’è di più ovvio circa “la legittimità della resistenza armata nei confronti di forze armate di occupazione”, con tutto ciò che ne consegue, allora “siamo tutti incompatibili”, persino i giudici della Corte di Appello di Milano che proprio in queste ore hanno giustamente ribadito che “L’instradamento di volontari verso l’Iraq per combattere contro i soldati americani non può essere considerato sotto alcun aspetto un’attività terroristica” (http://www.unita.it/).

Siamo quindi tutti incompatibili, compresa la GAD che soltanto nell’ottobre 2004 chiese, con una mozione unitaria, la “sostituzione delle forze di occupazione con forze multinazionali sotto egida Onu”; e compreso il candidato Premier Romano Prodi che ha definito i soldati italiani in Iraq “truppa di occupazione”.

Visto, però, che tra i candidati incompatibili ad essere cacciato è stato il solo Ferrando, delle due l’una: o c’è chi tira il sasso e poi nasconde la mano; o, come è più plausibile, su alcuni temi l’Unione si sta proponendo come forza di Governo con contenuti diversi di quando era all’opposizione.

Non soltanto, quindi, una semplice strategia elettorale che non consente di essere tolleranti verso le posizioni “poco opportune”, ma un vero e proprio mutamento di rotta.

Alla luce di tutto ciò, certamente, la sconfitta di Berlusconi è e deve rimanere un obiettivo da conseguire. Non può però essere ammissibile essere chiamati a pagare un prezzo troppo alto. E non tanto per rimanere idealmente, ma ingenuamente, coerenti con se stessi; quanto per evitare che dalla confusione possa ripetersi, ad esempio, un altro “Governo D’Alema” che vada alla guerra.

Mentre l’esclusione del candidato Ferrando, infatti, arriva con un’efficienza a dir poco sospetta e senza un reale confronto democratico, nulla è stato fatto e si fa per chiedere conto dei crimini di guerra compiuti dal Governo D’Alema, anche soltanto formalmente, con la richiesta di esclusione dalle liste del solo D’Alema.

Mentre, cioè, il PRC fa fatica a comprendere e tollerare la “diversità Ferrando”, in quanto avrebbe “insultato il pacifismo di Rifondazione”; per gli stessi “pacifisti” i responsabili dei bombardamenti sulla Serbia non costituiscono o non debbono costituire il pur minimo motivo di riflessione e d’indignazione per la loro presenza nelle liste della coalizione.

Di fronte a tanta ipocrisia, con la scadenza elettorale alle porte, non resta quindi che sperare in un comportamento responsabile che la finisca con gli aut aut e con la discriminazione nei confronti delle posizioni anche più minoritarie.

Altrimenti, neanche la nuova legge elettorale riuscirà a far votare il popolo degl’incompatibili.

Franco Ragusa

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Dove va il centrosinistra?»

Ultime notizie dell'autore «Riforme.info (Franco Ragusa)»

5785