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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Università di Torino: corsi-concorsi e ricorsi

(21 Marzo 2006)

A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle domande d'iscrizione ai corsi-concorsi indetti dall'Università di Torino, vogliamo tornare sulla questione sebbene consapevoli di andare a toccare un nervo ancora scoperto.

Come coordinamento dei bibliocooperativisti (ovvero di coloro che lavorano nelle biblioteche dell'Ateneo come soci lavoratori di cooperative e non come dipendenti dello stesso) abbiamo infatti deciso di ricorrere all'autorità giudiziaria poichè riteniamo che, così delineato, il bando di tali concorsi sia illegittimo. Una tale decisione non è certo stata presa a cuor leggero, anche in relazione all'esposizione personale che ciascun ricorrente dovrà sopportare in termini di oneri e di possibili rappresaglie, ma è frutto di una totale mancanza di volontà dell'amministrazione di dialogare sia con le rappresentanze sindacali dei propri lavoratori sia, e soprattutto, con quel mondo di lavoratori atipici che, sebbene "esternalizzati", da anni contribuiscono al buon funzionamento delle sue strutture.

Gli aspetti non convincenti di tale corso-concorso sono molteplici, a cominciare dalla mancanza o dalla carenza di bandi per le categorie più basse, B e C, per continuare con l'idea stessa di un corso della durata di 200 ore che di fatto esclude la partecipazione di quanti possiedono già un lavoro, magari precario e interinale, e di quanti provengono da altre regioni. Per il nostro ricorso, però, noi ci concentreremo su due aspetti che, sebbene forse non preminenti, ci paiono comunque i più attaccabili: l'impossibilità di iscriversi a più di una selezione e la mancanza di riconoscimento, con conseguente esclusione dalla prova preselettiva, di quanti, come noi, hanno maturato un'anzianità di servizio all'interno dell'Ateneo pur senza un contratto diretto con esso. Se il primo punto può interessare tutti, anche gli strutturati che decidano di partecipare, oltre che alla mobilità verticale, anche al concorso da esterni, il secondo potrebbe sembrare di nostro esclusivo interesse, ma così non è. Il disegno dell'amministrazione è infatti di metterci gli uni contro gli altri, creando vari livelli di conflittualità, tra gli strutturati che da anni attendono scatti di livello, tra questi ed i precari dell'Università, leggasi "articolo 19" e semestrali, e tra questi ultimi e gli "esternalizzati". Anche se gli organi accademici non hanno mai voluto rispondere alle domande riguardanti la loro linea politica e strategica, la stessa appare ormai abbastanza delineata: aumentare nei prossimi anni la precarietà e l'esternalizzazione dei servizi sostituendo con questo tipo di personale i dipendenti di categoria B e C.

Reagire subito a questo disegno è interesse collettivo poichè un aumento del precariato significa una riduzione dei diritti di tutti, una maggiore ricattabilità per i dipendenti, una minor presa di ogni futura iniziativa sindacale. A questo si aggiunga che tale condotta è ormai comune a quasi tutte le amministrazioni pubbliche ed a rischio è dunque l'intero comparto. Con la nostra azione non vogliamo porci in contrasto con nessun lavoratore e tantomeno con i precari dell'Università e ci rendiamo conto che la richiesta di estensione di un privilegio quale l'esclusione dalla prova preselettiva, non ha lo stesso impatto né lo stesso valore della difesa di un diritto, ma è poi d'avvero così? In fin dei conti stiamo difendendo il diritto al riconoscimento del lavoro svolto, in alcuni casi da 14 anni, il diritto a vivere una vita lavorativa normale facendo ciò per cui ci siamo specializzati in questi anni, il diritto a progettare il nostro futuro. Siamo molto delusi dal comportamento di questa amministrazione di cui, pochi mesi or sono, abbiamo condiviso le proteste contro il decreto Moratti: la precarizzazione è forse meno odiosa quando non riguarda la ricerca? Se realmente, come era parso e come abbiamo condiviso, vi era una linea di rigetto delle politiche guida del governo, tale linea oggi è stata tradita ed assistiamo anzi ad un totale conformismo con le politiche governative. Spiace dirlo.

Chiediamo a tutti gli studenti, a tutti i lavoratori, precari e non, a tutti i ricercatori ed in generale a tutte le forze vive di questo ateneo di non abbassare la guardia, di creare e mantenere fra noi un coordinamento e di guardare anche alle dinamiche politiche e sociali che si sviluppano all'esterno di questo Ateneo. Sentiamo l'esigenza di lavorare e lottare in sinergia con il resto dei lavoratori anche per non cadere nella trappola dell'amministrazione che sembra aver fatto del divide et impera il suo modello di governo.

COORDINAMENTO BIBLIOCOOP

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